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Scuole paritarie e lockdown: come regolarsi con le rette scolastiche

In conseguenza dell'emergenza sanitaria posizione diverse tra utenti e strutture scolastiche che si sono organizzate per la didattica a distanza

C’è fibrillazione nel mondo delle scuole paritarie e delle strutture che gestiscono servizi educativi.  Anche se in conseguenza della sospensione delle attività per l’emergenza sanitaria da Covid-19 le scuole paritarie si sono organizzate, proponendo servizi a distanza e ripensando le modalità didattiche, non sono pochi quelli che sostengono che nulla sia dovuto alle strutture per le rette scolastiche.

Confcooperative Campania come le Associazioni di categoria FIDAE ed AGIDAE prova una mediazione per stemperare i conflitti tra le famiglie ed i gestori delle strutture scolastiche, sostenendo la funzione educativa della comunità scolastica. Manrico Gesummaria, vicepresidente Confcooperative Campania e referente del settore scuola in Consiglio nazionale di Confcooperative Cultura Turismo Sport, spiega: “Il blocco dell’attività scolastica con l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha generato fraintendimenti tra le famiglie degli alunni ed i gestori di scuole paritarie e dei servizi socio-educativi. Alcune famiglie, infatti, mettono in discussione il pagamento delle rette. A tal proposito, è utile qualche precisazione. Le rette scolastiche sono rette annuali e coprono le spese dell’intero anno scolastico, ossia 12 mesi per la gestione e ben 14 mesi per i costi del personale. Per prassi le scuole sono solite frazionare, con rate mensili, bimestrali, trimestrali, la retta annuale, la cui entità resta l’unica somma di riferimento per tutti i servizi educativi e amministrativi resi. Nel momento in cui un genitore iscrive il proprio figlio, infatti, si impegna a corrispondere alla scuola l’intero importo annuo, a prescindere da eventi imponderabili o prevedibili: assenze, malattie, eventi straordinari, risultati conseguiti, ecc. Inoltre, in particolare per la scuola dell'obbligo, è stata attivata la modalità della didattica a distanza per assicurare continuità al percorso scolastico e, pertanto, la retta scolastica va regolarmente ed indiscutibilmente pagata. Per la scuola dell’infanzia, tuttavia, se il servizio didattico è stato sospeso del tutto, è congruo riconoscere alle famiglie uno sconto sulla retta, valutando responsabilmente l’impatto sugli equilibri complessivi della gestione scolastica e della sostenibilità economica”.

Confcooperative fa notare infine che  per nidi e sezioni primavera, l’INPS ha confermato il rimborso riconosciuto alle famiglie attraverso il "bonus nido" anche nel periodo di sospensione del servizio. Non va sottaciuto che la retta scolastica esula da un mero discorso utilitaristico: essa ricomprende l’esperienza formativa ed educativa di un intero anno scolastico, perché la scuola opera, cresce, progetta, anche quando gli alunni sono assenti”. “Il dialogo e il senso di responsabilità sono fondamentali in questo momento. Siamo certi che le famiglie sosterranno il valore della comunità educante che accoglie i loro figli e li guida anche da remoto. I gestori, invece, hanno il compito di salvaguardare gli equilibri economici della scuola e di comprendere le richieste delle famiglie, stabilendo modi e tempi idonei a tutelare i diritti e gli interessi di tutti” conclude Gesummaria.

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