L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che in Italia colpisce circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, dunque circa 3milioni di donne, anche se i dati sono estremamente parziali e probabilmente sottostimati.

I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali ed in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi. Dell'endometriosi non si conoscono ancora le cause, non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione.

Per limitare i danni, anche psicologici, che l’endometriosi provoca, è fondamentale una corretta informazione. Per questo l’A.P.E. - Associazione Progetto Endometriosi ka lanciato il progetto COMPREND-ENDO e offre la possibilità di avere lezioni interattive nelle classi terza, quarta e quinta superiore delle scuole di tutta Italia.

Per aderire è sufficiente compilare l'apposito modulo on line sul sito dell'associazione. "Una lezione interattiva e coinvolgente per avere maggiore consapevolezza del proprio corpo e informarsi sull’endometriosi" spiega la dott. Laura Letizia, tra le psicoterapeute del progetto.

Dopo un primo momento informativo, le ragazze sono invitate a compilare un questionario in forma anonima e a porre domande.

"Va abbattuto lo stigma che la donna deve soffrire - dice la dott. Letizia - avere informazioni corrette può aiutare le giovani a riconoscere la malattia e a non sentirsi sole per quel dolore che le fa sentire diverse e per il quale a volte devono saltare la scuola. E l'effetto positivo delle informazioni è immediato".

Per l'endometriosi il ritardo diagnostico va dagli 8 ai 12 anni se si tratta di adolescenti: "È complicato per le pazienti farsi capire – sottolinea la dottoressa Letizia - spiegare alla famiglia, al partner, al medico stesso, cosa si prova. Ed è bruttissimo per le ragazze non essere credute per dei dolori o sensazioni che non si riescono ad identificare. Quando le donne scoprono di avere l’endometriosi – spiega la psicoterapeuta – possono avere paura, l’idea di avere una malattia cronica spaventa. Ognuna immagina cosa farà nella vita e come la malattia impatterà sul proprio futuro. Conoscere la malattia consente di gestirla. Non bisogna identificarsi con essa, ma accettarla".