Nino D'Angelo, il grande ritorno. "Mi ispiro a Gaber"

Ritorno al passato per Nino D'Angelo che dal 25 dicembre al 15 gennaio sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli con “C’era una Volta...Un Jeans e Una Maglietta”, un grande “one man show” autobiografico, legato proprio alla canzone che, agli inizi degli anni ’80, lo lanciò alla ribalta del grande pubblico.

Al centro della scena, in una sera, i tanti aneddoti inediti che hanno caratterizzato la carriera del cantante partenopeo, il tutto pensato come un dialogo generazionale tra il “Nino” di oggi e quello di ieri. Una storia raccontata in terza persona, in maniera surreale e divertente.

Lui intanto si prepara al grande evento e all'abbraccio della sua Napoli, dopo aver già girato l'Italia, raccontando le sue impressioni nel corso di un'intervista concessa a Vanity Fair:

Chi glielo fa fare, quasi trent’anni dopo, di rispolverare caschetto, jeans e maglietta?
Vedo in giro tanta roba anni ’80, e siccome all’epoca mi amavano in pochi...

Non faccia la vittima: aveva milioni di fan, non solo a Napoli.
Però la critica e tanti colleghi mi schifavano. L’idea dello spettacolo è far incontrare sul palco le mie due anime: quella sobria di oggi e quella ossigenata di allora. Per farlo mi sono ispirato al Signor G di Giorgio Gaber.

Come le venne, all’epoca, l’idea del caschetto biondo?
Mi dicevano che ero un bravo cantante ma non “tenevo” il fisico, troppo normale. Un giorno, sapendo che cercavo anch’io ’o look giusto, il parrucchiere mi propose tinta e taglio nuovi: “Nino, ’o facimm?”. “E facimmelo...”, gli risposi.

E quando si stufò di quei capelli?
I critici mi massacravano per come mi presentavo, non per quello che cantavo. ’Nu jeans e ’na maglietta mi ha salvato la vita, nel senso che mi ha dato proprio da mangiare, però mi ha anche tolto tanto. Per parecchia gente sono sempre quello là.