Danza contemporanea con “Sex-Ting”
Dal 29 al 31 gennaio, per la prima volta sul palco del Nuovo Teatro Sanità arriva la danza contemporanea, con Sex-Ting, progetto a cura di Gennaro Maione. L'artista, interprete sul palco al fianco di Giada Maisto e Mariarosaria Saviano, firma anche le coreografie e la regia insieme a Roberto Matteo Giordano. Partendo dalla pratica del cyber-sex, diffusa anche tra i giovanissimi, Maione si propone di indagare l'argomento come punto di partenza per una più ampia indagine scenica sul contraddittorio universo emotivo e sessuale dell'uomo.
Il desiderio, il piacere, la fantasia e la curiosità che spingono verso il sesso virtuale sono gli elementi da cui prende il via la ricerca dell'artista. Il cyber-sex nasce come forma di comportamento in cui i partecipanti simulano, ostentano e a volte fingono, attraverso qualsiasi supporto informatico e telematico, di avere quasi o del tutto rapporti sessuali. Mediante fotografie o in video-chat viene stimolata la fantasia erotica di chi ne prende parte. Spesso è un fenomeno che interessa gli adolescenti, il più delle volte coinvolti in situazioni scomode, quasi inconsapevolmente. Sex-Ting affronta una quotidianità in cui s'impone prepotente la pornografia. Ma non solo la pornografia sfacciata, condannata dalla società nelle sue degenerazioni e perversioni, bensì la pornografia, intesa come violenza, perpetrata ogni giorno in società, attraverso le notizie di morte, i disastri ambientali e le sopraffazioni verbali e fisiche.
I diversi linguaggi artistici usati in scena sono volti ad instaurare un rapporto di comunicazione immaginativa con lo spettatore che è continuamente sollecitato e stimolato ad assumere un sempre diverso stato emotivo. Nelle parole dell'ideatore del progetto: «La scena diventa camaleontica. Da perversa stanza del sesso a ludoteca, da caotico deposito a luogo adatto ad espellere le emozioni, quelle più perverse, anomale e degenerate». Passando per il gioco, il divertimento, ma anche la malinconia, lo spettatore viene inglobato nella scena e nell'arte che, proseguendo con quanto afferma Gennaro Maione: «è uno degli strumenti più efficaci per sfaldare gli stereotipi concettuali che concorrono a marginalizzare il porno nelle solite categorie rozze e noiose. Proprio perché l'arte, considerata alta e privilegiata, gode di quella legittimità sociale che permette di affrontare l'argomento secondo molteplici punti di vista».