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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Tullio De Piscopo ricorda Pino Daniele: "Lo coccolavo, ero un suo fratello maggiore"

"Sembravamo due pellerossa, due capi indiani con questi capelli lunghi, ci chiamavano Gerónimo e Cochise. Quando è morto, non riuscivo più a sentire musica"

"Pino Daniele mi telefonò per farmi sentire nel '77 il suo primo lavoro "Terra mia", da allora divenne una collaborazione storica. E come potrebbe essere altrimenti. Di Pino ero innamorato, gli accarezzavo i capelli, lo coccolavo. Ero un suo fratello maggiore. Sembravamo due pellerossa, due capi indiani con questi capelli lunghi, ci chiamavano Gerónimo e Cochise. Quando è morto, non riuscivo più a sentire musica". Così Tullio de Piscopo in una intervista al Roma ricordando il grande artista scomparso lo scorso anno.

"Pino era capace di esaltare al massimo ogni nostra possibilità artistica. Mi ricordo che nel 1982, nel tour del disco "Bella 'mbriana", presentando la band diceva: voce e chitarra Tullio De Piscopo; batteria Pino Daniele. Perché noi due, ritmicamente, eravamo una cosa sola. Dire addio a Pino è stato difficile, e lo è ancora adesso. Io mi rivolgo a lui tutti i giorni. Ci volevamo bene, era una cosa di sangue".

Nel 2012, un momento difficile: "Mi diedero sei mesi di vita per un cancro al fegato. Ero con mia moglie Giusy il giorno della diagnosi: tumore maligno dei più brutti e dei più rari. Decisi di andare in Svizzera per prepararmi a morire con l'eutanasia. Non volevo cure. Dopo, capii di non essere pronto. Soltanto Pino Daniele sapeva di quel male, non lo rivelai a nessuno. Quando venne in ospedale, piangemmo insieme ma gli dissi che avrei accecato il mio cancro. L'ho fatto".

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