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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Le leggende di Napoli: il "Cristo bruciato" di S.Maria dei Vergini

La chiesa monumentale, come molti luoghi della città partenopea, è soggetto di numerose leggende popolari. La più famosa riguarda un inginocchiatoio ed un quadro di Cristo al suo interno

Una delle chiese più belle del patrimonio artistico e culturale della città di Napoli è quella di Santa Maria dei Vergini, opera barocca in realtà in parte già eretta a partire dal 1326. Restaurata più volte, negli anni cinquanta del XX secolo è stata ricostruita così come è visibile ora, dopo gli ingenti danni e rastrellamenti della seconda guerra mondiale.

La chiesa monumentale, come molti luoghi della città partenopea, è soggetto di numerose leggende popolari, tra cui la più famosa è quella del "Cristo bruciato" di cui tanto si sta sentendo parlare in questi giorni.

Nella sagrestia ci sono un inginocchiatoio ed un quadro di Cristo in croce entrambi con segni di bruciature: il primo come "di ginocchia", il secondo "di mani". Secondo la leggenda, si devono ad un toscano diventato sacerdote dopo la fine di un amore con una popolana partenopea.

Questa la vicenda: il giovane, molto ricco, avava conosciuto una ragazza napoletana che però – dato il suo status sociale – non poteva sposare. Lei, delusa e presa dalla fame e dalla miseria iniziò a prostituirsi. Una condizione che una volta scoperta dal toscano lo spinse ad abbandonare le ricchezze e diventare sacerdote, assegnato poi proprio alla chiesa di Santa Maria dei Vergini.

Il prete pregava molto per la giovane, chiedendo perdono per i peccati da lei commessi. Un giorno però lei gli apparve, e disse che quelle preghiere erano inutili perché la sua anima era già dannata. Non riuscendo a far desistere il sacerdote dall'intenzione di salvarla, la ragazza gli apparve di nuovo e lasciò quei segni su inginocchiatoio e quadro.

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