
Antonio Skármeta: "Massimo Troisi è il mio angelo"
L'autore del "Postino di Neruda" ricorda l'artista napoletano
"Sí, Massimo. Él es mi angel". Antonio Skármeta, uno dei massimi intellettuali sudamericani viventi, ne è certo: quell'angelo è Massimo Troisi. In una lunga intervista a La Repubblica, l'autore del "Postino di Neruda", che ha ispirato l'ultimo straordinario film di Massimo Troisi, ha parlato dell'attore napoletano.
"Penso sempre a lui. Tutti i giorni. Mi manca molto. Ma so che mi è vicino". Per Skármeta, "Massimo realizzò un'opera incredibile. Mai avevo visto tanta anima, grazia, originalità, eroismo nel girare un film, nonostante stesse molto male. Fu il suo miracolo".
Sul loro rapporto: "Nel 1993 andai a casa sua, un'abitazione davvero graziosa, nel centro di Roma. Avrebbe iniziato a girare Il Postino a breve. Prima però ero dovuto andare dal produttore, Mario Cecchi Gori. Voleva che convincessi Massimo a non far morire Mario Ruoppolo alla fine del film, per farne un sequel. Comprensibile per un produttore. Ma Cecchi Gori non capiva che la morte è una grande forma d'arte".
Troisi non accettò. "Anche il regista Radford mise il veto. Del resto, la salute di Massimo era già molto fragile e non era tempo di cambiamenti radicali. Mi chiese consigli per girare, su come trasformare il mio personaggio rispettandone l'anima. Mi colpì molto la sua sterminata cultura, cosa inusuale per un cineasta di commedie. Ma conversammo anche di altro. Di calcio, macchine, donne. Dell'amore".