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Giffoni Film Festival 2011

Vittoria Puccini, una famosa appassionata di cinema sbarca a Giffoni

L’attrice toscana sul ruolo di Giulia in ‘Baciami ancora’: “Gabriele Muccino ha visto in me la possibilità di continuare il lavoro fatto con Giovanna, un’attrice che stimo tantissimo”

Lunga è l’attesa dei giovani giurati per incontrare finalmente la loro eroina televisiva preferita: da “Elisa di Rivombrosa”, la giovane Vittoria Puccini ne ha fatta di strada e sembra incredibile quanti ruoli diversi e quante vite diverse abbia vissuto sul piccolo e grande schermo. Il benvenuto dei giurati di Giffoni la emoziona a tal punto da renderle gli occhi lucidi, e ringrazia sinceramente questa platea straordinaria.

Molti i quesiti dei ragazzi, ma Vittoria cerca di accontentare tutti, rispondendo anche alle domande di giurati spagnoli e russi, incuriositi sul suo lavoro e come ci sia arrivata “Il mio primo film è stato ‘Tutto l’amore che c’è’ di Sergio Rubini, e ho dovuto fare dei provini lunghissimi perché Sergio non voleva attori professionisti ma naturali e freschi. Ero molto felice e incuriosita, ma l’avevo presa come un gioco, non pensavo di farlo come mestiere. Poi è stato proprio sul set che ho riconosciuto che quello sarebbe stato il mio lavoro”, e continua ammettendo “Io non ho fatto una scuola, non ho studiato, ho fatto esperienza direttamente sul campo. Però la scuola è un modo per misurarsi con se stessi e capire cosa ti piace. Non prendete esempio da me, la preparazione è importante”.

Sulla recente esperienza lavorativa avuta con Gabriele Muccino che l’ha diretta in ‘Baciami ancora’, l’attrice rivela “Ho amato tantissimo ‘Il primo bacio’ e l’interpretazione della Mezzogiorno, quindi quando ho saputo che Gabriele avrebbe girato il seguito, mi sono detta che sarebbe stato bello parteciparvi, ma non pensavo assolutamente al ruolo da protagonista” e con altrettanta umiltà confessa “Facendo il provino per il ruolo di Giulia, è scattato qualcosa e Gabriele ha visto in me la possibilità di continuare il lavoro fatto con Giovanna. Mi ha abbracciato e ha detto ‘Non ti ho visto sovrapposta a lei, era come se tu fossi credibile’”.

La Puccini rivale anche che è stata dura la preparazione per il personaggio di Giulia “Avrò visto ‘Il primo bacio’ ottanta volte, ero terrorizzata perché Giovanna è un’attrice che stimo moltissimo. La paura fa bene però, perché ti permette di rischiare e superare i tuoi limiti, ti stimola a non adeguarti alla strada più semplice ma a trovare un miglioramento” afferma entusiasta. Quando le vengono chiesti dei consigli su come intraprendere la carriera di attore, lei senza mezzi termini afferma “La cosa fondamentale è capire se dentro c’è una passione reale per questo lavoro. L’obiettivo infatti è quello di coltivare questa passione, non di avere il miraggio del successo. Non mi sono mai detta di voler diventare famosa quando ho iniziato. Bisogna rimanere focalizzati sulla passione che ci metti, non sui risultati”. Alcuni giovani giurati le ricordano quanto il suo successo sia stato favorito dalla sua partecipazione alla fiction “Elisa di Rivombrosa” e ad altre fiction in costume a cui ha preso parte, come “La baronessa di Carini”, “Mi piacciono i film in costume perché ti catapultano automaticamente in un’epoca diversa, ed è un’atmosfera che mi affascina molto. È bello però cambiare e sperimentare ruoli e atmosfere diverse, per questo i miei ultimi ruoli sono tutti più moderni”. Quando una giurata albanese le chiede quali siano i suoi modelli di riferimento, la Puccini risponde “Ho tante attrici che stimo moltissimo perché prima di tutto sono una grande appassionata di cinema. Però bisogna distinguere il modello che può insegnarti qualcosa da interiorizzare, che puoi rendere tuo. È importante rielaborare tutto dentro e trovare la tua verità. Per ‘Baciami ancora’ non volevo fare un’imitazione di Giovanna, ma un’interpretazione che fosse tutta mia”.

L’attrice inoltre ammette il suo controverso rapporto con la popolarità: “Mi spaventa perché mi espone e io sono una persona molto chiusa, per cui ogni volta parlare a tante persone mi mette a disagio, ma mi gratifica anche perché significa che ho emozionato qualcuno con la mia interpretazione”, e con molta modestia e senza preoccupazioni di sorta afferma di sentirsi sempre “inadatta e inadeguata. Rubini sul set mi disse che le qualità prime di un attore devono essere la generosità e l’umiltà. Ho avuto paura di affrontare ruoli diversi da me, ma non sono una che si blocca, accetto la sfida ed è stato stimolante. La comodità ti porta ad adagiarti su quello che hai già, la paura ti porta a rischiare, ed è un bene”. Il tempo tiranno non permette di chiedere altro e l’attrice, dopo aver ricevuto il suo meritatissimo premio, viene scortata fino all’uscita della Sala Truffault tra l’entusiasmo generale.

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