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Giffoni Film Festival 2011

Lino Banfi approda alla Cittadella del Cinema acclamato dal pubblico

Premiato con il Giffoni Experience Award, il nonno d’Italia ha presentato al festival il suo commissario Zagarìascusandosi se “L’allenatore nel pallone 2” non è stato bello quanto il primo episodio

Il Papa lo ha definito il ‘nonno d’Italia’ per il ruolo di nonno Libero nella seguitissima fiction tv “Un medico in famiglia”, ma quando si rivede in tv Lino Banfi ammette di non piacersi. Eppure piace ed è sempre piaciuto tanto a grandi e piccoli sia per i ruoli che l’hanno reso famoso al cinema con la commedia all’italiana, sia per i suoi personaggi televisivi che sono arrivati dritti al cuore delle persone.

Racconta dei suoi progetti futuri, Banfi, di cui si dichiara orgoglioso perché ora per la maggior parte sono prodotti dalla sua casa di produzione Alba 3000 “Mi sono deciso tardi ad avere una mia produzione” ammette l’attore, che parla del suo prossimo ruolo come Commissario Zagarìa nell’omonima fiction per Mediaset “E’ un commissario anomalo. Volevo trovare una giustificazione per questo vecchio commissario, come poterlo rendere credibile, e così ho creato un personaggio che non ha mai usato la pistola, usa il cervello, e che non lasciano andare in pensione. La chiave di questo personaggio è che si commuove quando vede un giovane ucciso o un cane investito”. Sarà con questo nuovo ruolo che tenterà di far dimenticare nonno Libero al suo pubblico. Di grande rilievo anche gli altri progetti di cui Banfi sarà protagonista, come il film di produzione tedesca “Mi sto riaffacciando al grande cinema” ha dichiarato l’attore pugliese “Ho fatto un film tedesco da protagonista, e ora sono conosciuto nei paesi di lingua tedesca e vogliono farne il seguito in America con la partecipazione di De Niro”, rivela inoltre che è in cantiere un progetto con il conterraneo Sergio Rubini e la partecipazione di altri attori pugliesi. Quando torna a parlare della tv di oggi, Banfi si dimostra poco convinto “La televisione deve comunicare col sorriso e soprattutto attraverso persone che ispirano fiducia nel pubblico” e afferma anche che c’è una differenza abissale tra cinema e tv, già a partire dal modo di porsi di fronte alla telecamera “Nel cinema non bisogna mai guardare nella macchina da presa, mentre in tv è il contrario”.

Ai piccoli e grandi giurati della Sala Truffaut, confessa di aver dovuto fare molti sacrifici nella vita: lui, che era entrato in seminario fin da giovanissimo per diplomarsi prete, si accorse che un’altra era la sua vocazione “Il vescovo mi disse ‘Può darsi che la tua missione sia di far ridere la gente’” e così è stato. Banfi che proviene dalla grande palestra dell’avanspettacolo, della sua professione di attore dice “Bisogna essere bravi e fare carriera. O facciamo le cose per bene o niente”. Proprio sull’esperienza della fiction afferma “E’ stata una bellissima esperienza, ma non potrò farne altre perché sono pieno d’impegni per i prossimi 4 anni tra cinema e televisione”, e si sbilancia sulla possibile partecipazione a un lavoro di Quentin Tarantino, “Tarantino mi ha promesso che avrei interpretato il ruolo di un personaggio cattivo, ma non so se fosse ubriaco quando l’ha detto” scherza l’attore, affermando di essere stufo di ruoli ‘positivi’ e di voler sperimentare altro “In realtà è che voglio uccidere qualcuno”. Molti dei ragazzi giurati gli ricordano di esser stato un grande protagonista della commedia all’italiana e anche della commedia sexy, e si complimentano con lui per il popolare personaggio di Oronzo Canà “Mi scuso per il secondo allenatore perché è venuto meno bello del primo”, Banfi ammette infatti che dietro c’è stata una produzione manchevole e che il secondo episodio sarebbe potuto essere migliore del primo se fosse stato profuso più impegno. D’obbligo chiedergli la sua opinione sull’attuale situazione calcistica italiana “Il calcio è cambiato molto e in peggio. Prima allo stadio andavano anche i ragazzi più piccoli, ora con quello che succede non più. È giusto che si portino i bambini allo stadio, però dev’essere un momento gioioso”. Un lungo e appassionato dibattito quello tra Lino Banfi e il suo giovane pubblico: con lui i ragazzi del festival hanno scherzato, intonato cori e richiesto autografi senza troppe remore e timori, proprio come se fosse uno di famiglia.

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