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Zio Rocco e i suoi fratelli: l'ischitano doc che conquista Napoli

intervista ad uno dei pasticcieri del momento :Zio Rocco e l'ischitano DOC

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Introduzione all'intervista a Zio Rocco per il tour ai quartieri spagnoli : Continua questo viaggio , va avanti questo tour ai quartieri spagnoli raccontando le bellezze ed i personaggi protagonisti di questa zona di Napoli attraverso gli occhi di chi può raccontare senza pretese, senza alcuna alterigia , ma con sguardo appassionato come quelli di un turista innamorato ,un turista della propria città, che porta a voi lettori le emozioni provate sulla propria pelle, le sensazioni sentite dalla propria anima , che vi fa sentire di questa città ,attraverso gli sguardi, i profumi , i colori ,tutta la sua dolcezza, dolcezza come quella contenuta nell’argomento dell’articolo che segue. Per il tour questa volta ho fatto una scelta un po’ insolita, forse, ho deciso di intervistare un imprenditore che non opera ai quartieri spagnoli ma in un’altra zona ma che dei quartieri ne fa parte, ne ha sempre fatto parte e continuerà a farlo, Rocco Cannavino meglio conosciuto come Zio Rocco che ha conquistato tutta Napoli con il suo cornetto ischitano. Zio Rocco è davvero nel suo settore uno dei pasticcieri che sta riscuotendo più successo grazie ai suoi prodotti da forno per la prima colazione, pensate i prodotti targati Zio Rocco possono vantare ben 190 rivenditori a Napoli città, tra cui spicca l’Hotel Parker al Corso Vittorio Emanuele. Successo che lo sta portando a creare collaborazioni con le pasticcerie più in vista di Napoli, tra tutte ricordiamo quella con la pasticceria Poppella con la quale ha dato vita al Fiocco ischitano, cornetto ischitano farcito con la crema adoperata per il famigerato Fiocco di neve, prodotto di punta della pasticceria nata nel quartiere Sanità. Uno dei segreti di Rocco risiede anche nel successo Social che riscuote (è vero anche che il grande seguito su quest’ultimo è dovuto anche alla qualità e alla peculiarità dei prodotti che realizza e propone), dovuto alla gestione e alle strategie di comunicazione di Vincenzo Castaldi, creatore, ideatore e gestore di Napuleblog Facendo queste premesse ci si aspetterebbe di trovarsi di fronte ad un imprenditore navigato, magari brizzolato, con le rughe sulla fronte per i tanti pensieri, le tante idee partorite di notte ed invece mi ritrovo davanti agli occhi, per realizzare l’intervista, un ragazzo giovane, più giovane di quanto possa apparire in foto, per chi lo segue tramite i canali social, dagli occhi languidi e appassionati mentre racconta del suo lavoro, gli stessi occhi di un innamorato che guarda e ricorda la sua dolce metà . Giovane, sì, ma con le idee chiare e decise, con l’esperienza di chi ha incominciato a il mestiere sin da piccolo e con lo sguardo appassionato di chi ama ciò che fa. Ho potuto constatare in Rocco la sintesi, appunto, di giovinezza con le sue passioni, la sfacciataggine di chi conosce le proprie potenzialità, e l’esperienza con la sua maturità imprenditoriale e i progetti solidi. Ma raccontiamo meglio Rocco attraverso l’intervista realizzata per voi: INTERVISTA -Facciamo, prima di parlare del presente, un salto temporale: quando hai cominciato a fare questo lavoro? Ho iniziato quando avevo 14 anni come garzone alla pasticceria Mastracchio in via san Liborio (quartieri spagnoli), una delle pasticcerie storiche, facevamo la pasticceria classica napoletana. Li ho messo le prime mani nella pasta, ho cominciato a sporcarmi di farina. -Hai cominciato presto, quindi è sempre stato questo il lavoro che avresti voluto fare? Ho sempre voluto fare un lavoro che mi facesse stare vicino i fornelli, un mestiere che mi desse la possibilità di creare e preparare prodotti gastronomici, non importava nello specifico se cuoco, pasticcere, o altro, l’importante era l’arte gastronomica. Diciamo che poi è stata la pasticceria a scegliere me e non viceversa, il tempo, l’esperienza, le idee mi hanno spinto man mano sempre in più in quella direzione, quella che mi ha portato ad oggi. -Già oggi, come si è passati, secondo te, da garzone ad imprenditore di successo? Sicuramente attraverso una passione estrema e solo con essa si possono raggiungere certi risultati. Vedi senza questo tipo di passione un’attività può essere solo un lavoro, un lavoro che potrebbe essere un impiego qualunque, un qualcosa che serve solo a portare la pagnotta a casa e allora la si fa senza metterci dentro sé stessi, senza porsi degli obiettivi e di conseguenza si resta impantanati, si resta sempre uguali per tutto il tempo. Con la passione, invece, ci si mette anima e corpo e si è desiderosi di migliorarsi sempre, di non porsi mai dei limiti. Tutto è perfettibile, anche ciò che sembra già che vada alla grande. -Non sei mai domo allora, non ti fermi mai? Già, è così. Dopo una dura e lunga giornata di lavoro quando torno a casa e magari potrei rilassarmi magari davanti al pc, vedendo video, chattando, navigando senza meta io invece cerco di essere sempre informato, di aggiornarmi, di studiare, così uso, si, internet ma per studiare magari tipologie di farine, di cerali, di lavorazioni. -E come si svolge una tipica giornata lavorativa? Si comincia alle 15,00 impastando e preparando panetti con i miei fratelli ed un collaboratore, Alessandro Ponticelli,20 anni, giovane e di belle speranze con tanta voglia di fare e di imparare. Questa fase va avanti fino a mezzanotte. Alla 1.00 comincia la fase di cottura e smistamento e poi a seguire la fase di lievitazione. Poi si ricomincia da capo, il ciclo del lavoro. -Hai parlato di fratelli, come è composto il tuo staff? I miei fratelli sono l’anima della mia attività, si è vero che l’ho creata io, ma senza di essi non sarei potuto andare avanti. Essi sono al contempo fratelli, collaboratori fidati e amici sinceri che portano avanti la mia produzione, mi supportano e aiutano nelle decisioni, mi consigliano nei momenti difficili. Parliamo di Lello, capo produzione, Armando che si occupa dell’amministrazione, Pasquale, il fratello minore, sempre in produzione. Poi nello staff della produzione non può mancare l’occhio sempre attento e vigile di Albino, mio padre. E poi c’è il qui presente Vincenzo (Castaldi) che gestisce la comunicazione. -Ecco, la comunicazione è uno degli aspetti fondamentali di un’attività, e in questi tempi attuali più importante ancora è la comunicazione attraverso i social network. Zio Rocco riscuote davvero un gran successo sui social. Come mai, secondo te? Per questo devo ringraziare Vincenzo che gestisce la comunicazione e le strategie marketing a 360 gradi con una visione nuova, in continua evoluzione. Anche grazie a lui che abbiamo 190 rivenditori a Napoli, uno a San Giorgio a Cremano, uno a Portici ed uno a Casoria. Inoltre ogni giorno riceviamo 20-25 contatti per richieste di collaborazione. -Quindi i vostri rivenditori sono in costante aumento? Si ma prima di prendere una decisione su un eventuale collaborazione ci prendiamo il nostro tempo e facciamo le dovute valutazioni. Noi vogliamo che chi diventi nostro rivenditore rispetti i nostri canoni di precisione, organizzazione, qualità, se non tenessimo conto di queste cose non saremmo mai arrivati a questo punto. Inoltre noi dobbiamo poter dare al nostro rivenditore l’esclusività di zona. I nostri rivenditori sono riconoscibili dalla nostra vetrofania, che essi devono aver esposta. -Il successo dei social deve ringraziare la qualità dei prodotti e allo stesso tempo il successo dei vostri prodotti ringrazia la viralità del web. Giusto? Esatto, come già detto entrambi gli aspetti sono fondamentali, l’uno aiuta lo svilupparsi dell’altro e viceversa. Per questo ai nostri rivenditori noi diamo una vetrina importante che è quella dei nostri canali social. -Ho seguito tramite Facebook la vostra collaborazione con la Pasticceria Poppella. Ce ne saranno altre? Posso dirti di sì. Realizzeremo un prodotto in collaborazione con Leopoldo-Infante, quello a pois. In anteprima ti dico che sarà il primo prodotto per la prima colazione con crema spalmabile di Leopoldo. Non aggiungo altro, sarà una gran sorpresa(ride) -Il prodotto di punta del tuo marchio è il celeberrimo ischitano. Come lo descriveresti? E perché’ ha ottenuto così tanto successo? Il nostro, posso affermare senza remore, è l’ischitano più copiato di sempre. Sai il perché? Innanzitutto garantiamo sempre prodotti freschi, realizziamo ogni giorno 12000/13000 pezzi. Oltre a ciò per poter arrivare al prodotto che oggi abbiamo realizzato test su test, fatto esperimenti su esperimenti, perso davvero tanto tempo, fatta tanta fatica, ma tutto ciò è stato ben ricompensato dai risultati ottenuti finora. -Dopo tanti test a quale risultato siete giunti? Abbiamo creato un impasto di sfoglia lievitata in cui non ci sono zuccheri all’interno e unendo tale impasto alla pasta brioche con una percentuale di zucchero maggiore viene conferito al prodotto un effetto bicolore (lo zucchero durante la fase di cottura in forno caramellizza e da quel colore mogano). La cosa importante è l’anima del cornetto, l’interno, l’alveolatura. Più larghe e numerose sono le bollicine all’interno più il cornetto risulterà soffice e leggero. -Oltre alle collaborazioni tra pasticcerie che iniziative state portando avanti? Siamo protagonisti a Radio Marte all’interno del programma La Radiazza condotto da Gianni Simioli con la nostra rubrica” Colazione con zio Rocco”. -Come funziona? Ci sarà ogni volta un collegamento con uno dei nostri rivenditori e saranno intervistati i consumatori. Le prime venti persone che useranno la parola d’ordine “Mi manda Simioli” saranno omaggiati di un cornetto, offerti da Zio Rocco. È un modo simpatico di far conoscere i nostri prodotti a chi ancora non li ha provati e dare visibilità radiofonica ai nostri partner. -Ora mettiamo per un attimo da parte Zio Rocco e parliamo di Rocco, ragazzo dei quartieri. Qual è il tuo pensiero su di essi? Negli ultimi anni ci sono stati importanti cambiamenti, lì come in tutta Napoli. Si sta cambiando in meglio, ci si evolve come mentalità. Questi cambiamenti sono dovuti anche all’impegno di giovani come me che hanno fatto sì che di Napoli si cominciasse a parlare anche di cose belle invece che sempre dei soliti luoghi comuni. I quartieri non sono più una parte a sé stante ma uniti a Napoli, e a sua volta Napoli ha preso finalmente coscienza di sé, come comunità. -Cosa occorre per potersi ancora migliorare come mentalità? Serve cultura, serve poter far conoscere la storia di Napoli, dei quartieri spagnoli ai ragazzi. Attraverso essa si può arrivare a trasmettere consapevolezza e fierezza. Bisogna essere fieri di appartenere ai quartieri e non escludersi dal resto del mondo perché’ vittime di pregiudizi. -Argomento più leggero. Ipotizziamo: un tuo amico che non è mai stato a Napoli si trova di passaggio qui, ma ha solo un’ora di tempo prima di ripartire. Dove lo porti? Non pensarci su. A San Gregorio Armeno. Credo che li ci sia la vera essenza di Napoli, con la sua creatività, il suo da farsi, i suoi colori, il suo frastuono produttivo ed inventivo. -Cosa gli faresti mangiare? Semplice, la pizza. La pizza è Napoli. FINE INTERVISTA Aver ascoltato raccontare Rocco nel descrivere il suo ischitano , spiegare i processi di lavorazione , i segreti dell'impasto è stato come mangiare quel cornetto , anche se non avessi mai provato prima quel prodotto mi sarei figurato la sua leggerezza, avrei assaporato col pensiero tale morbidezza. I timpani accoglievano le parole del pasticciere dei quartieri , la mente riceveva, elaborava e spediva segnali alle sinapsi , queste portavano le informazioni di gusto appena ricevute a tutto il tessuto nervoso ,e su di esso la dolcezza viaggiava veloce ,veloce sino a raggiungere il palato ,le papille gustative ed esse allora si eccitavano , si contorcevano dal piacere , esplodevano in un orgasmo gastronomico. E poi mai sazie bramavano ancora altra dolcezza , un altro ischitano ancora , per favore.

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