Il made in Italy diventa sempre più di marca straniero. Adesso è toccato ad un'eccellenza campana della pasta, la Garofalo, venire rilevata per il 52 percento dagli spagnoli della Ebro. Sessantadue milioni spesi, questo dopo averne già investiti 18, lo scorso anno, per acquisire il 25 percento di Riso Scotti.

Sebbene il gruppo spagnolo sottolinei di voler mantenere salda l'identità dell'azienda, la Campania a conti fatti perde un'altra sua fabbrica di successo. L'ad del pastificio italiano, Massimo Menna, non vuole ad ogni modo sentir parlare di “un pezzo di Italia che se ne va”: la cessione è anzi da considerarsi a suo parere un'occasione per "divenire ambasciatore sempre più forte della produzione e professionalità del nostro Paese".

Di diverso avviso il presidente di Coldiretti Campania, Gennarino Masiello: “Quando un marchio così importante va via dalla Campania – spiega – se ne va un pezzo di futuro della nostra regione. Ci auguriamo che Garofalo mantenga saldo il legame con il territorio, continuando a sposare la filosofia di qualità che ha fatto della pasta di Gragnano un'eccellenza riconosciuta in tutto il mondo”.

“Garofalo è un marchio storico campano – continua la nota di Coldiretti – un patrimonio della regione, perché da sempre esprime importanti valori produttivi, economici e di identità culturale. L'auspicio è che si continui a produrre una pasta esclusivamente con materie prime italiane e confezionate nel nostro paese”. I timori di Coldiretti sono quelli che spesso accompagnano questo tipo di vendite: “svuotamento finanziario delle società, delocalizzazione della produzione e perdita di occupazione".