Stop a fiere e sagre, di nuovo un duro colpo per gli operatori del settore.
Chi scrive è ConfEventi la federazione italiana Organizzatori Eventi A.P.S. che associa quelle figure professionali/associazioni in grado di gestire tutti gli aspetti che caratterizzano un evento: coordinando le molteplici attività che portano dalla fase creativa e di ideazione dell'evento a quella esecutiva, nonché il team di persone coinvolte nella manifestazione.
Inviamo la presente alla sua attenzione a seguito della pubblicazione del DPCM del 24 ottobre 2020 che prevede la sospensi one di tutta una serie di attività ritenute non essenziali. Questo “de facto” comporta l’annullamento di quelli che vengono genericamente indicati come eventi e che ricomprendono fiere, mercati, mercatini artigianale, manifestazione commerciali a carattere straordinario, eventi radioastronomici e street food. Questa decisione che non intendiamo contestare in quanto presa sicuramente sulla base di considerazioni di salvaguardia della salute pubblica dovute all’espandersi della pandemia di sars covid 19 e all’aumento dei contagi e ricoveri in ospedale. Altresì crea i presupposti perché l’intero comparto degli eventi che nel corso dei mesi scorsi si è attrezzato per mettere in campo tutti i presidi e prescrizioni per ridurre al minimo la possibilità di contagio venga azzerato dato che anche questa volta, ci dispiace dirlo, ci sentiamo ancora una volta dimenticati, ritenuti non essenziali. Chi scrive è ConfEventi la federazione italiana Organizzatori Eventi A.P.S. che associa quelle figure professionali/associazioni in grado di gestire tutti gli aspetti che caratterizzano un evento: coordinando le molteplici attività che portano dalla fase creativa e di ideazione dell'evento a quella esecutiva, nonché il team di persone coinvolte nella manifestazione. In pratica parliamo dell’intera filiera del divertimento in tutti i suoi aspetti e non solo ma anche quello delle manifestazioni culturali qualcosa che in termini di PIL si aggira intorno ad un punto e mezzo in termini percentuali. Ma dietro i numeri ci sono persone quasi 200.000 con l’indotto senza contare le famiglie e altri che indirettamente ricavano parte del loro bilancio dagli eventi non ultime le amministrazioni pubbliche. Il pericolo reale è che quando questo momento sarà passato non ci saranno più eventi perché l’intera filiera sarà azzerata eppure, nessuno parla di noi. Tutti hanno il diritto al lavoro e, molti di noi, purtroppo, non potranno più distribuire sorrisi, perché non riprenderanno la loro attività. Per questa ragione chiediamo un incontro urgente con le istituzioni regionali/nazionali per poter verificare quali interventi sia possibile attuare tra quelli che proponiamo qui di seguito: • ripresa immediata degli eventi appena le condizioni epidemiologiche lo permettano • usufruire di un credito imposta spese a rimborso delle spese sostenute per eventi annullati programmati nei mesi dell’emergenza • prolungamento durata bandi in essere/aggiudicati per 24 mesi in modo da poter ammortizzare le perdite di questo anno di inattività, in modo da poter recuperare in parte i costi e consentire agli espositori e la possibilità di aderire alle successive edizioni della manifestazione/evento senza costi aggiuntivi per lui • Esonero dal pagare la Tassa di occupazione del suolo pubblico e fornitura di energia elettrica a titolo gratuito per almeno 12 mesi. • Norme e azioni che portino ad una uniformità nelle procedure autorizzative da parte dei SUAP che oggi nonostante la normativa sia la stessa fa si che l’interpretazione dei singoli sia diversa anche tra amministrazioni limitrofe In ogni caso rivendichiamo il diritto di poter lavorare non chiediamo niente di più gli aiuti e i ristori hanno solo una funzione palliativa e puramente assistenziale la cui efficacia è puramente temporanea e aleatoria. Luisa Piccolo Sciotti Vice Presidente FIOE ConfEventi– A.P.S.