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Economia

Il reddito di cittadinanza? L'hanno inventato i Borbone

Un decreto del 1831 stabiliva assegni di disoccupazione e invalidità provvisori o a vita. Un welfare molto avanzato, che teneva conto della discrezione forse anche più di oggi

Il reddito di cittadinanza è una realtà in molti paesi europei, ed il dibattito che lo riguarda è da tempo piuttosto avanzato anche in Italia. Si tratta di una misura estremamente moderna, che però affonda le sue radici – almeno nel nostro Paese – proprio in quel Sud che alcuni vogliono “peso morto” dell'economia nazionale.

In pochi infatti sanno che proprio i Borbone, nel Regno delle Due Sicilie, si impegnarono in simili iniziative. La Collezione delle Leggi e dei Decreti del Regno delle Due Sicilie annovera numerosi assegni e sussidi, messi al tempo a disposizione della popolazione in difficoltà economiche.

Il decreto n. 131 del 4 gennaio 1831, ad esempio, provvedeva a conferire un “assegno di disoccupazione per coloro i quali non possono assolutamente con il proprio travaglio sostenere se medesimi e la di loro famiglia”. Sussidi quindi, temporanei o meno, in questo caso per chi “per fisico impedimento non potrebbero mai più sostentarsi con il loro travaglio”.

Era una commissione, poi, a decidere se l’assegno doveva essere prolungato per altro tempo. Essa disponeva di un fondo speciale che veniva utilizzato in caso di “soccorsi urgenti”. L’identità di tutti coloro che avevano diritto all’assegno restava segreta (molto più avanti della social card di qualche anno fa, per dire).

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