Rapporto Svimez: 63mila giovani campani hanno perso il lavoro

I dati come sempre fanno pensare. Sessantatremila giovani campani, di età compresa tra i 25 e i 34 anni, hanno perso l'occupazione negli ultimi tre anni. Lo fa sapere l'ultimo Rapporto Svimez.  Accanto a questi c'è un ulteriore 8 per cento di precari che lavorano ma non hanno alcuna certezza sul futuro. Va poi ad aggiungersi quel 19 per cento di disoccupati a tutti gli effetti, senza considerare quelli che trascorrono la loro giornata davanti ai bar o alle sale giochi, che si arrangiano con piccoli lavoretti quando è possibile, che, in troppi casi, vanno a ingrossare le fila delle delinquenza.

Come spiegare questo crollo dell’economia e del Pil campano negli ultimi anni? La risposta, leggiamo dal Corriere del Mezzogiorno, prova a darla l'assessore regionale al Lavoro Severino Nappi: "È mancata del tutto una programmazione sulle politiche del lavoro e dello sviluppo in Campania così come va registrata la totale assenza di un collegamento tra istruzione, formazione e sistema produttivo".

La verità è anche questa: le scelte assistenziali hanno finito per prevalere su tutto: come dimostra il fatto che ancora nel 2010 sono stati spesi ben 110 milioni per pagare gli operai forestali nella Regione.

Secondo l'economista Bianchi, la Campania ha sofferto più delle altre regioni meridionali perché ha un apparato industriale più forte rispetto al resto del Sud. "La strada per combattere l'attuale, profonda recessione che sta investendo l'economia campana è quella che sfrutta le potenzialità di alcuni servizi, a cominciare da quelli alla persona in quanto nuove e moderne forme di welfare low cost possono trasformarsi in forme innovative di occupazione giovanile ed essere offerti a prezzi sempre più competitivi rispetto a quelli di mercato".