rotate-mobile
Economia Chiaia / Borgo Marinari

Pizza patrimonio dell'umanità: raggiunte le 25mila firme

Lunedì 29 settembre saranno festeggiate le 25.000 adesioni per la petizione lanciata su Change.org per inserire l'arte della pizza nella "Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità"

Lunedì 29 settembre alle 11:30 da ZI’ Teresa al Borgo dei Marinari, Alfonso Pecoraro Scanio e l'associazione pizzaiuoli napoletani saluteranno il traguardo delle 25.000 firme raggiunte su Change.org dalla petizione per difendere il Made in Italy e inserire l’arte della pizza nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità”.

La raccolta firme continua e all'iniziativa saranno presenti altri nuovi sostenitori e annunciate le prossime tappe della campagna per la pizza come patrimonio Unesco. In vista dell’Expo Milano 2015, è stata lanciata durante il “Napoli Pizza Village”, sulla piattaforma Change.org dall’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, oggi Presidente della Fondazione UniVerde, la petizione per inserire l’arte della pizza nella lista del Patrimonio immateriale dell’Unesco che ha già raggiunto più di 25.000 firme.

Pizza patrimonio Unesco (Foto N.Clemente)

A sostenerla personalità di tante regioni italiane: il piemontese Jimmy Ghione, inviato di Striscia la notizia; Gino Sorbillo dell’omonima e famosa pizzeria napoletana; gli attori lombardi Claudio Bisio e Renato Pozzetto; lo chef stellato, Alfonso Iaccarino; il presidente di Federculture, il romano Roberto Grossi ed anche il sottosegretario all'agricoltura, il siciliano Giuseppe Castiglione ed ancora il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Hanno aderito finora i quotidiani “Il Mattino” di Napoli e “La città di Salerno”. Anche nomi del mondo ambientalista come: Gaetano Pascale, presidente nazionale di Slow Food Italia; Marco Pinetti, presidente zeroEmission; Roberto Zanoni, direttore generale di Ecor – NaturaSì e Vincenzo Vizioli, presidente AIAB - Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica hanno aderito alla petizione che oltre al riconoscimento internazionale della pizza intende difendere anche il Made in Italy. La petizione lanciata da Pecoraro Scanio inizia con un chiaro riferimento alla difesa del Made in Italy.

La pizza è uno dei prodotti gastronomici più conosciuti al mondo e uno dei più importanti simboli del nostro Paese. La falsificazione dei prodotti alimentari “Made in Italy”, fenomeno denominato "italian sounding”, si allarga a macchia d'olio, producendo enormi danni alla nostra economia e, secondo le ultime stime Coldiretti, costerebbe all'Italia 300.000 posti di lavoro. Il fatturato del falso Made in Italy - nel solo settore agroalimentare - ha superato i 60 miliardi di euro, un danno economico davvero non trascurabile.

Nonostante la pizza sia già tutelata a livello europeo come “Specialità tradizionale garantita” secondo Alfonso Pecoraro Scanio è necessario fare di più: «Quando ero ministro dell’Agricoltura nel 2000 – spiega - mi sorprese un dirigente italiano che lavorava a New York e mi raccontò che un suo collega americano gli aveva chiesto come si diceva “pizza” in italiano. Quando me lo riferì ritenni necessario far partire il riconoscimento della pizza come specialità europea ma volevo anche un riconoscimento a livello mondiale così nel 2006 feci partire l’idea di inserire la pizza nel Patrimonio immateriale. Nel Marzo 2011, il Ministero delle Politiche agricole ha presentato la domanda a Parigi ma sono tre anni che la richiesta è ormai ferma. Ho lanciato questa petizione perché vorrei che a marzo prossimo quando la Commissione Italiana Unesco dovrà designare la candidatura ufficiale per l’anno successivo, indichi l’arte della pizza, in modo da usare l’Expo di Milano, dedicato all'agricoltura, per sponsorizzare presso tutti i Paesi l’arte della pizza come Patrimonio Unesco”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pizza patrimonio dell'umanità: raggiunte le 25mila firme

NapoliToday è in caricamento