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Economia

Lavoro nero, Napoli seconda città d'Italia

Secondo Confartigianato, il capoluogo partenopeo conta quasi 60mila irregolari. Solo il dato di Roma è peggiore con 84mila unità

Napoli tra le città con il maggior numero di lavoratori irregolari d'Italia. Secondo Confartigianato, il capoluogo partenopeo sarebbe al secondo posto, con quasi 60mila unità, dietro solo a Roma con 84mila. Seguono Milano (47.400), Torino (30.600) e Salerno (26.100).

Non va meglio alla Campania, seconda con 121mila lavoratori a nero, dietro alla Lombardia (130mila). Abusivismo e lavoro sommerso non risparmiano nessuna regione d'Italia, ma il Mezzogiorno ha il record negativo con il tasso di lavoro irregolare sull'occupazione totale pari al 17,5 per cento, mentre il Centro Nord si attesta sul 10,7 per cento e il Nord Est si ferma al 9,2 per cento. Maglia nera per la Calabria, dove non è regolare un quinto (21,5 per cento) degli occupati della regione, seguita da Campania (18,7 per cento), Sicilia (18,5 per cento), Puglia (15,9 per cento), Molise (15,8 per cento) e Sardegna (15,3 per cento). Il tasso più basso di lavoro irregolare sul totale degli occupati (8,4 per cento) si registra nella Provincia autonoma di Bolzano. 

Ci sono 3,2 milioni di 'fantasmi' si aggirano per l'Italia: sono i lavoratori irregolari e gli operatori abusivi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo che 'vale' 202,9 miliardi di euro e rappresenta l'11,3 per cento del Pil e il 12,6 per cento del valore aggiunto, in cui non esistono regole e che produce danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato.

Per numero di 'occupati', 3,2 milioni di irregolari, il sommerso è il terzo settore più numeroso dell'economia italiana, preceduto dai servizi, che contano 16,3 milioni di addetti, e dal manifatturiero (4 milioni di addetti). A denunciare le cifre del fenomeno è uno studio di Confartigianato che lancia l'allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori. Sono infatti 709.959 le aziende italiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale ad opera di 1 milione di operatori abusivi che si spacciano per imprenditori, ma che di regolare non hanno nulla. E' irregolare il 14 per cento dei soggetti che svolgono attività indipendente e questa quota è aumentata di 0,6 punti percentuali rispetto al 2011. In particolare, i rischi maggiori di infiltrazione abusiva li corrono 587.523 imprese artigiane, soprattutto nei settori dell'edilizia, dell'acconciatura ed estetica, dell'autoriparazione, dell'impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione, dei traslochi.

Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli chiede "...tolleranza zero per un fenomeno che sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori". Confartigianato ha lanciato oggi una campagna nazionale di informazione contro l'abusivismo dal titolo 'Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani". Tre gli obiettivi dell'iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, richiamare le Autorità ad un'azione di controllo e repressione e di contrasto all'evasione fiscale e contributiva.

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