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Evasione fiscale, al Comune di Napoli mancano due miliardi di euro

L'assessore al Bilancio Baretta ha fatto il punto sulla situazione in consiglio comunale

"Il Comune di Napoli ha oltre 800 milioni di crediti verso i cittadini per multe non pagate e oltre 700 milioni di Tari non riscossa, e così via, per due miliardi complessivi. Ma credo che sia un dato per difetto". Lo ha detto l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, intervenendo in Consiglio comunale. Il delegato della giunta Manfredi è intervenuto in merito alla riscossione, uno dei capitoli del programma messo a punto dal Comune nell'ambito del Patto per Napoli. "Pensiamo - ha spiegato - di avviare le procedure per il bando che affida ad una società specializzata la riscossione coattiva. Dobbiamo sapere, però, che tra gara, assegnazione e condivisione del territorio, i primi effetti in termini di entrate realisticamente non si vedranno prima del 2026/2027. A partire da quell'anno, stimiamo un incremento complessivo di 228 milioni". Per Baretta si tratta di una "valutazione molto parziale, perché basata solo sull'Imu e non ancora dotata di un piano di allargamento della platea che definiremo con il nuovo gestore della riscossione una volta aggiudicata la gara. Nel frattempo - ha aggiunto l'assessore al Bilancio - ci aspettiamo da Equitalia un recupero derivante dalla consegna anticipata dei ruoli". La cifra, anche questa "prudenziale", è di "20 milioni complessivi fino al 2028, quando andrà a regime la nuova riscossione. Bisogna considerare, però, che questa cifra può non essere valutata dal Mef come una nuova entrata, ma solo un anticipo di entrate comunque previste".

 "La tassa di imbarco può produrre, se introdotta a 2 euro, una entrata di 10 milioni l'anno, che, poiché parte dal 2023, vuol dire 40 milioni per il quinquennio, mentre arriva a 200 milioni se confermata per tutto il periodo". Ha proseguito l'assessore. Per quanto riguarda gli aumenti dell'addizionale Irpef, altra voce che fa parte dello scambio con il governo, Baretta ha spiegato che "se incrementeremo, come confidiamo, altre entrate, possiamo prevedere un ulteriore aumento della quota esente" ora fissata a 12mila euro. "Come sappiamo - ha sottolineato Baretta - l'addizionale Irpef è proporzionale al reddito. Quindi, in valore assoluto, per un reddito di 15mila euro si tratta di un peso mensile di massimo 3 euro. Per un reddito di 50mila, 8 euro mensili. Per uno, infine di 100mila, 16 euro mensili. Ogni tassa è fastidiosa, anche quando è necessaria. Ma quello che stiamo chiedendo è un contributo contenuto che può consentire, assieme alle altre voci, di dare una svolta alla nostra situazione. Se, poi, alla fine del periodo di emergenza, si valutasse che ci sono le condizioni, si può prevedere di ridurre il carico fiscale sulla stessa addizionale o su altre imposte o tributi".

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