Crisi economica, aumento delle tasse, periodo nero. In soli tre anni le famiglie campane hanno bruciato 15 miliardi. Ognuno dei quasi sei milioni di abitanti della regione ha dovuto stanziare 2.500 euro aggiuntivi. Lo fa sapere il dossier elaborato dagli uffici di Palazzo Santa Lucia che afferma: fino al 2008 la ricchezza delle famiglie è aumentata costantemente. Poi è iniziato il declino.

Maglia nera per la Campania: come scrive Gerardo Ausiello sul Mattino, negli ultimi nove anni il Pil regionale si è ridotto per cinque volte e per quattro è aumentato a ritmi prossimi o inferiori all’1 per cento. Ormai una famiglia su tre non arriva a fine mese ed è costretta a indebitarsi o ad attingere ai risparmi di una vita.

Salvatore Varriale, capodipartimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali della Regione, parla di momento drammatico. "Assistiamo a un progressivo peggioramento della qualità dei servizi e a un indebolimento del tessuto sociale e produttivo. Gli enti e le amministrazioni locali devono allora prestare la massima attenzione per evitare di essere risucchiate in questo vortice. È ciò che la giunta campana, sotto la spinta del governatore Stefano Caldoro, sta facendo da mesi. Sono state infatti messe in campo azioni concrete di contrasto all’illegalità, di riduzione del disavanzo, di abbattimento degli sprechi. Si sono cioè gettate le basi per ripartire e per costruire una fase nuova, come hanno evidenziato le agenzie di rating. Stiamo attraversando il momento più difficile. Basta considerare l’impressionante aumento del prezzo dei carburanti che proprio in questi giorni ha sfondato la soglia di due euro a litro, generando un ulteriore innalzamento del livello di spesa essenziale".