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Costituzione della città metropolitana di Napoli: estensione e competenze

Il Rotary Club Napoli, presieduto da Raffaele Pallotta d’Acquapendente, ha promosso un confronto all’Hotel Royal, invitati speciali rappresentanti istituzionali nazionali, regionali e locali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Costituzione e funzioni della città metropolitana di Napoli, questo è stato il tema di un dibattito coordinato ieri all'hotel Royal da Giovanni Leone, professore di Diritto amministrativo all'Ateneo federiciano. Le questioni sul tappeto sono state analizzate da Guido D'Angelo, docente di Diritto urbanistico, Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto costituzionale presso la Federico II ed ex assessore comunale della Giunta de Magistris, e Vincenzo Cocozza, anch'egli docente di Diritto costituzionale. Da quanto emerso nel dibattito, la questione della 'città metropolitana' può essere usata come esempio per mettere a nudo una serie di disfunzioni degli organi istituzionali italiani. Da ben 23 anni, infatti, una legge (la "legge Gava" del 1990) obbligava la realizzazione di 9 città metropolitane e finalmente sembrava essere arrivato il momento giusto per vedere la loro nascita. Tuttavia verso la fine dello scorso luglio la Corte Costituzionale ha deciso di annullare tutto ed il Governo ha subito presentato un nuovo disegno di legge, con la speranza che il discorso possa riprendere quanto prima ed il più velocemente possibile. "Nel caso specifico napoletano - ha sottolineato D'Angelo - l'istituzione della città metropolitana sarebbe estremamente utile per le particolarità della sua provincia: pur essendo distribuita su una piccolissima parte del territorio campano (circa l'8%), con un'estensione territoriale, ad esempio, inferiore a quella della sola città di Roma, essa presenta un'altissima densità insediativa (ci vive circa il 60% degli abitanti di tutta la regione, più di 3 milioni di persone) e non c'è soluzione di continuità spostandosi tra i 92 comuni che la compongono". Riunire tutte queste realtà in un unico ente non farebbe altro che snellire e facilitare la gestione dei servizi per i cittadini di tutta la provincia di Napoli, basti pensare al fatto che ognuno di questi comuni deve varare un suo piano regolatore e gestire la distribuzione idrica, i trasporti, la raccolta dei rifiuti. Quello che, invece, l'attuale divisione tra i comuni ha contribuito a creare è, secondo il Prof. D'Angelo, "l'effetto di un'enorme massa di provvedimenti spesso in contrapposizione tra loro in una piccola porzione di territorio". Dopo 23 anni sembrava finalmente tutto pronto ed invece bisognerà aspettare ancora, e chissà per quanto. Ottimisticamente, è sempre viva la speranza che l'ente possa essere istituito il 1° gennaio 2014, la data originariamente prevista dalla legge bloccata dalla Corte Costituzionale e che è stata mantenuta nel disegno di legge preparato dal Governo. Tuttavia tale disegno, prima di essere approvato, sarà verosimilmente sottoposto ad ulteriori modifiche che mettono seriamente a rischio il varo entro tale data della città metropolitana di Napoli.

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