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Economia

Riforma del catasto, a Napoli centro storico e "quartieri eleganti" a rischio stangata

Al momento una casa al centro storico o al Vomero ha un valore catastale spesso inferiore rispetto al suo corrispettivo in mq a Fuorigrotta o a Secondigliano

La riforma del catasto alle porte, voluta dal governo Draghi, potrebbe rappresentare una stangata per alcuni dei possessori di immobili a Napoli.

L’adeguamento dei valori catastali alle quotazioni di mercato, infatti, potrebbe portare a veri e propri sconvolgimenti: secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, a Napoli l’imponibile medio Imu è di 1008 euro, addirittura meno della metà del valore medio delle quotazioni che è di 2100 euro. Dato questo - sottolinea comunque il governo - che dovrebbe "pesare" soltanto sulle seconde case.

Il fatto è che gli attuali estimi catastali risalgono comunque alla fine degli anni '80, e la finalità del Ministero dell'Economia è quella di arrivare ad una "più equa imposizione immobiliare". I valori catastali delle case a Napoli, poi, sono particolarmente distanti dai loro corrispettivi di mercato: immobili di valore nel centro storico o al Vomero con rendite catastali bassissime, molto più che – ad esempio – in corso Secondigliano o in viale Augusto a Fuorigrotta.

Insomma, gli edifici più recenti in cemento armato dovrebbero ritrovarsi sbalzi molto meno significativi in fatto di rendita, al contrario di quelli di zone più ricche o turistiche della città. E se la Confederazione imprese e professioni di Napoli stima ad esempio a Chiaia (per una casa di 110 mq) aumenti potenziali di Imu del 30%, addirittura Uil arriva a parlare di un 75% in più.

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