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Economia

Bloodyroska, il nuovo brand d'abbigliamento made in Italy: l'intervista agli ideatori

Abbiamo intervistato Paolo Manna e Simona Scarfogliero, rispettivamente bar manager e fashion buyer, menti del progetto

'Bloodyroska, Life in a Sip', è il nuovo brand di abbigliamento 100% made in Italy. Prodotto dai napoletani Paolo Manna e Simona Scarfogliero, è rivolto a bartender, barlady, bar manager, runner, barmaid e hostess, così come a chiunque voglia indossarlo come sporty, classy o outdoor outfit. Abbiamo intervistato i due ideatori per saperne di più e conoscere la storia del marchio.

Perché 'Bloodyroska, Life in a Sip', e com'è nata l'idea?
“Il marchio è il connubio dei nomi di due cocktail famosi, Caipiroska e Bloody Mary – ci racconta Paolo – L'aveva sognato una mia amica. Me ne parlò, suonava molto bene e scattò subito la scintilla: perché non farne un brand dedicato agli operatori del settore? È successo qualche anno fa. L'idea poi è rimasta nel cassetto finché non ho incontrato Simona, che opera proprio nell'abbigliamento e nel commercio con l'estero. L'abbiamo resa concreta, decidendo di dedicare Bloodyroska non solo a chi fa questo mestiere, ma allargandola ad un pubblico a 360 gradi”.

Il logo è molto d'impatto. Chi l'ha disegnato? Se doveste descrivere il brand con un solo aggettivo?
“Inizialmente ho disegnato io il logo – spiega ancora Paolo – poi Simona l'ha migliorato rendendolo accattivante così come è ora. Un aggettivo? Innovativo direi. Non c’è nulla sul mercato che sia ispirato al mondo del bartending. Potrebbe sembrare un limite, ma può incuriosire”. “E poi – prosegue Simona Scarfogliero – per quanto creato da un bartender per i bartender, può essere fruibile da chiunque lo voglia indossare”.

Parliamo di voi, delle persone che sono dietro Bloodyroska.
“Nasco bartender – racconta Paolo Manna – e ormai sono nel settore da quasi 20 anni. Ho iniziato come barman, oggi sono bar manager in un locale a Chiaia”. “Provengo da un altro settore – spiega invece Simona Scarfogliero – sono laureata in lingue, ho fatto un master a Londra. Tornata in Italia nel 2009, ho iniziato come stagista da Alcott, nella posizione di assistente fashion buyer. Sono diventata buyer senior, per poi lavorare con Piazza Italia e Silvian Heach. Due anni fa ho deciso di mettermi in proprio: ho preso un anno sabbatico e, conosciuto Paolo, abbiamo iniziato a lavorare insieme su Bloodyroska”.

Bloodyroska, il nuovo brand made in Italy

Quali saranno i prossimi passi del brand?
“Al momento è un marchio registrato – racconta Simona – che sarà il protagonista di una capsule collection: cinque o sei t-shirt basiche per uomo e per donna, con modelli mezza manica, oversize e tank top. Sono magliette 100% cotone, un jersey 160 grammi con un normale lavaggio di tessuto, successivamente dipenderà dalle tendenze, da che tipi di tessuti si porteranno per la prossima stagione. Dopo la capsule collection, la creazione di un look book – per il quale ci rivolgeremo al nostro amico fotografo professionista Stefano Cicala, che ci ha già dato una mano con le immagini scattate per il sito – e un evento di lancio, a quel punto vedremo chi manifesterà il proprio interesse. Siamo naturalmente anche alla ricerca di qualche investitore, o multistore che possa annoverare Bloodyroska tra i suoi marchi”.

Come si prenota Bloodyroska, e che tempi ci sono perché si possa già indossare il marchio?
“Le t-shirt sono prenotabili attraverso il nostro sito bloodyroskabrand.yolasite.com. Bisogna cliccare su ‘capsule collection’ e scegliere la t-shirt che si preferisce. È possibile anche mandare una mail all’indirizzo bloodyroskabrand@hotmail.com. Le magliette che avranno il maggior numero di prenotazioni entreranno in produzione il prossimo autunno. Servono fornitori qui a Napoli che abbiano spazio di produzione, ed ora siamo in peak season, tutti stanno producendo perché a settembre c’è l’immissione nei negozi delle prossime collezioni autunno-inverno. Lanciandolo in autunno, rientreremo nel periodo primavera-estate, quindi saremo nei negozi nel gennaio del 2017”.

Come giudicate i primi feedback ricevuti?
“Una prima campionatura è stata fatta in Bangladesh, questo fermo restando che l’idea è di dar vita ad un brand totalmente made in Italy: le prime t-shirt si sono dimostrate molto carine, e hanno raccolto moltissimi consensi su Instagram. Un'accoglienza positiva soprattutto tra ragazzi e ragazze, insomma non necessariamente tra addetti ai lavori”.

Un pubblico molto ampio quindi.
“Certo. Senza contare che Bloodyroska potrebbe indossarlo anche mio padre – prosegue Simona – ad esempio con una giacca da sera e delle sneakers. Parlo delle t-shirt basiche. Poi ce ne sono altre, come quelle oversize, indirizzate prettamente ad un pubblico più giovane”. “Persone da ogni parte del mondo – aggiunge Paolo – il mercato di riferimento è quello internazionale, come del resto suggerisce il nome”.

Parlavate di un evento di lancio, state pensando già a qualcosa in particolare?
“Al momento non abbiamo un’idea già definita, sarà sicuramente una serata dedicata al bartending, in un locale di primo piano e con un gran numero di partecipanti”, ci spiega Paolo. “Per il lancio vorremmo un testimonial famoso – prosegue Simona – è difficile ma non disperiamo, chissà che qualcuno non si accorga di noi”.

Anche per assurdo, quali star vedreste con Bloodyroska?
“Snoop Dogg con una oversize, e Chris Martin dei Coldplay con una t-shirt basic!” (ridono, ndR).

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