Com'era via Chiatamone nel 1860, il video che ci rimanda allo splendore della Napoli Borbonica|VIDEO
Marco Giudice, maestro scenografo napoletano e con Napoli nel cuore, artista digitale da più di trent'anni, ha cominciato la sua carriera con gli strumenti di un'altra era, pennelli e colori fisici fino ad approdare a quelli digitali.
Appassionato di storia e di arte, ha iniziato un progetto di ricostruzione di luoghi della sua città che non esistono più, nel tentativo di recuperare le informazioni e le impressioni di epoche passate per trasferirle, come memoria digitale, alle nuove generazioni.
Com'era via Chiatamone, la passeggiata nel 1860
"Com'era via chiatamone nel 1860, prima che le modifiche della costa volute dalle amministrazioni del passato ne devastassero l'aspetto e la morfologia? Da questa domanda sono partito per dare il via a una ricerca storica che mi ha portato a coinvolgere appassionati e studiosi del luogo e del periodo. Grazie a questa felice collaborazione sono riuscito a realizzarne una ricostruzione virtuale in 3D di tutta la zona che abbraccia via Chiatamone, partendo dall'angolo di via Santa Lucia, fino agli inizi di piazza Vittoria e metterla a disposizione del pubblico attraverso dei filmati su youtube.
Quindi partendo idealmente dalla fine di via Santa Lucia, avremo incrociato sull'angolo est della strada il Forte della Panatica di Terra. Ovvero un presidio militare Borbonico adibito a forno per le razioni dell'esercito, costruito su uno dei due bastioni che presidiavano il lato mare di Pizzofalcone, il bastione di Santa Lucia appunto. Avremo visto nella curva per entrare i via Chiatamone, la serie di piccoli alberghi e ostelli addossati alla collina del monte Echia e che erano molto ricercati dai turisti per la posizione panoramica, l'economicit\'e0 e il buon cibo procurato dai pescatori del vicinissimo Borgo di Santa Lucia.
Imboccato oramai via Chiatamone ci saremo soffermati a bere un bicchiere di vino dai cantinieri che avevano bottega nei vani iniziali delle rampe di Pizzofalcone e osservando lo splendido panorama del Castel dell'ovo, senza il borgo marinaro, che sarebbe stato costruito molte decine di anni dopo.
La nostra attenzione sarebbe stata attirata da un gran via vai di persone verso un piccolo terrazzino sulla murata della strada a strapiombo sul mare e pieno di Mummare, le antiche otri che contenevano le acque delle fonti di cui la zona era ricca. Avremo scorto la scalinata che scendeva sul fianco della strada verso il mare e saremo andati a dissetarci all'antica fonte di Acqua Ferrata rinomata in tutta Napoli insieme alla sua "gemella" di Santa Lucia, la fonte di Acqua Sulfurea.
Continuando la passeggiata nel passato, avremo scorto un lungo palazzo, tutt'ora esistente, con uno dei primi cartelloni pubblicitari della citt\'e0 con scritto "Hotel Crocelle", uno dei primi alberghi, intesi nel senso moderno del termine, presenti in quella zona e che ha avuto ospiti illustri tra i quali Casanova. E infine arriviamo al luogo più iconico di tutta la zona, il Real Casino di Pesca e il suo meraviglioso giardino, conosciuto dai più come il Boschetto di Francavilla da uno dei suoi illustri proprietari, Michele d'Oria Principe di Francavilla.
Il luogo era prima occupato dal bastione delle Crocelle, presidio militare e secondo bastione che proteggeva il lato occidentale della collina di Pizzofalcone. Dopo la parentesi militare il bastione, grazie alla sua invidiabilissima posizione panoramica, divenne ben presto dimora privata e luogo di "delizie" per la nobiltà napoletana.
Venne costruito un piccolo palazzetto in un angolo dello spiazzo e venne dotato di tutte le comodità dell'epoca, un piccolo porticciolo privato per gli approvvigionamenti e le gite degli ospiti, un piccolo forno, cucine, stanze per ospiti, salone da ballo e alloggi per la servitù. Nell'altro angolo dello spiazzo venne allocato un piccolo edifico utilizzato come Coffee House con una veranda antistante che prenderà il nome dopo d'Italia di "Studio Dumas", per la donazione che fece Garibaldi, alla presa della città ad Alexander Dumas padre. Fra la Coffee House e il Casino venne creato un rigoglioso giardino con i suoi alberi visibili da diversi chilometri di distanza, il disegno caratteristico dal profilo del paesaggio e della costa di quell'epoca. Dalle sue terrazze, affacciate difronte a Castel dell'Ovo, era possibile abbracciare in un solo colpo d'occhio, tutto il golfo. Con un unico respiro si poteva ammirare da Posillipo a Punta Campanella a Sorrento, passando per Capri. Doveva essere un luogo fantastico, una specie di paradiso in un punto unico della costa.
Riprendendo quindi la passeggiata nel passato, saremo usciti dal cancello del giardino del Casino Reale, che era nel punto dove attualmente via Chiatamone curva verso Chiaia e dove ci sono le scale che scendono in via Partenope, e avremo ammirato la facciata settecentesca della chiesa della Concezione al Chiatamone, detta delle Crocelle e ci saremo incamminati verso la parte finale della strada verso Chiaia. Alla fine del muro del giardino del Casino Reale ci saremo affacciati verso il mare scorgendo sotto di noi un altra perla assolutamente nascosta e sconosciuta della città, il "Giardino Basso".
Ovvero un secondo giardino privato, di pertinenza del palazzo nobiliare su via Chiatamone, che aveva un accesso, attraverso un cammino sotto la strada, a un piccolo giardino con fiori, fontane e un portale monumentale che si apriva direttamente sul mare. Un altro luogo di incanto e che abbiamo scoperto e rivelato alla cittadinanza in esclusiva.
Continuando sulla strada saremo arrivati allo slargo antistante l'attuale via Giorgio Arcoleo che ospitava una serie di alberghi nei palazzi e un piccolo parco pubblico sul davanti prima della spiaggia. Camminando verso la Villa Reale, avremo concluso la nostra visita sul "molo Borbonico", che altro non era che la propaggine finale della fogna principale che raccoglieva le sue acque da tutta la zona della collina dal lato Chiaia. Volgendoci sui nostri passi avremo ammirato lo skyline della collina di pizzofalcone, dei palazzi nobiliari, del Boschetto di Francavilla, del Bastione delle Crocelle e della mole del Castel dell'Ovo per l'ultima volta in attesa di ritornare al presente.
Questo viaggio è disponibile, nella forma di piccoli filmati".
Scrive per NapoliToday Giudice che preannuncia anche le prossime uscite riguarderanno la ricostruzione di luoghi e strutture iconiche della storia di Napoli.