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Dopo aver vinto il RIFF nel 2020 esce al cinema La Conversione | Video

Il documentario girato a Napoli in soli 30 giorni racconta le storie di Imperatore, prima gola profonda sul sistema finanziario italiano e De Vincentis ex galeotto e adesso drammaturgo

La scrittura salvifica e rigeneratrice per ricominciare. E’ la prima cosa che viene in mente vedendo il documentario La Conversione di Giovanni Meola che racconta le vicende di Giuseppe De Vincentis e Vincenzo Imperatore: il primo è un rapinatore sopraffino ed ex galeotto; il secondo è un capo area delle strutture in una delle banche più importanti del Paese e venditore senza remore, noto per essere il primo ‘gola profonda’ del sistema bancario italiano.

Due uomini dalle esperienze opposte, provenienti da un background diverso, che, a un certo punto, hanno detto la parola fine a le loro attività costituite attorno al sottrarre e ingannare.

Dopo aver vinto nel 2020 il Rome Indipendent Film Festival, finalmente esce in sala il 27 e 28 novembre e 1 dicembre, con la prospettiva di essere distribuito a breve sulle piattaforme, La Conversione ha l’opportunità di confrontarsi con il pubblico cinematografico grazie anche al sostegno della Legge Regionale della Campania sul cinema portando di nuovo alla ribalta le storie di questi due uomini che nella scrittura e, successivamente, nel teatro hanno trovato la rispettiva redenzione.

“E’ proprio la cosa che più mi colpì leggendo le loro due autobiografie, la cui scoperta ha preceduto la mia conoscenza personale con entrambi. Così come mi colpisce, oggi, che ad unirli sia anche il teatro: dal libro ‘Io so e ho le prove’ di Imperatore ho io stesso liberamente tratto uno spettacolo omonimo per il palcoscenico, mentre da ‘Il campo del male’ scritto da De Vincentis è stato proprio Giuseppe a firmare il suo adattamento teatrale” dichiara il regista Giovanni Meola.

Due destini accomunati dal cambiamento

Girato in 30 giorni a Napoli, Giovanni Meola si imbatte quasi per caso nelle storie di questi due uomini, sconosciuti l’uno all’altro, leggendo le loro autobiografie, dove rivelano errori, scelte sbagliate e i segreti dei mondi dai quali provengono. Impressionato da come la scrittura sia stata una caratteristica fondamentale durante la virata che entrambi hanno dato, Meola ha l’intuizione di narrare le loro storie in parallelo: “Erano entrambi delle eccellenze: rapinatore sopraffino uno, e venditore implacabile e senza remore l’altro. Altra cosa in comune, enorme ai miei occhi, è stata lo scoprire che entrambi avevano fatto, ad un certo punto delle loro vite, un’inversione a ‘U’”.

Il film ha accentuato le rispettive conversioni, mettendole di nuovo alla luce della ribalta: De Vincentiis è stato anche convocato da Sky per uno speciale Dangerous People. Imperatore, invece, è sempre più consulente per difendere gli investitori dopo le magagne commesse al tempo che fu e continua la sua attività di scrittore. 

Il confronto tra De Vincentis e Imperatore è animato da una sincera curiosità, cosa che se non ci fosse stata avrebbe penalizzato il documentario. 

“L’idea dell’incontro e della cena nasce col mio soggetto cinematografico. Per mio tramite, Vincenzo e Peppe si erano intravisti un paio di volte prima di quella sera che diventa tanto cruciale nel film. Credo che i due sono realmente lì a confrontarsi, conoscersi, parlarsi per davvero per la prima volta, a prescindere dal loro coinvolgimento ne ‘La Conversione’. Approfondire i percorsi di questi due uomini mi ha permesso di identificare punti in comune al netto delle apparenti differenze” afferma il regista.

La storia

Peppe De Vincentis, ex-galeotto con 30 anni di galera alle spalle, oggi drammaturgo e attore, e Vincenzo Imperatore, l’ex manager che ha scoperchiato i loschi affari e raggiri fatti dalle banche, oggi consulente a tutela dagli abusi delle banche, si raccontano a partire dalla scrittura, che ha permesso loro di riconvertire vite arrivate ad un bivio insostenibile. I due cenano assieme, si conoscono, si aprono senza remore. 

Dopo lunghi decenni di reati e accumuli di danaro illecito, Peppe e Vincenzo si incontrano per la prima volta grazie alla macchina da presa per raccontarsi. Sono due estranei, curiosi di conoscersi e di confrontarsi sul loro passato.

Nelle scene in cui sono insieme sembrano dimenticarsi della cinepresa. Si coglie il bisogno di continuare a raccontare le loro vicende. Pongono le domande che vorrebbero fare gli spettatori che scoprono la loro storia. La cena non ha avuto preparazione, è stata filmata per intero senza censure o tagli o secondi ciak.

“Devo dire che io stesso sono rimasto incredibilmente sorpreso di come loro due abbiano approcciato reciprocamente a quel momento” afferma Meola “Ognuno faceva all’altro domande veramente curiose per indagare in realtà a lui ignote. Esattamente come avrebbe fatto ciascuno di noi in circostanze simili. Al montaggio siamo stati in grande difficoltà perché tagliare alcuni pezzi di quella cena non è stato affatto facile.”

Video intervia a:

Giovanni Meola, regista

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