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Cultura

Stefano Benni: "Napoli, troppo per racchiuderla tra orrore e bellezza"

Lo scrittore in un'intervista spiega la sua visione della città ed il suo rapporto con la letteratura nata a Napoli

Il legame tra lo scrittore Stefano Benni e Napoli è molto forte. Anni fa incontrò il pubblico del Gridas di Scampia, nel 2006 scrisse una poesia per Totò ("Ci manca Totò") da cui trasse uno spettacolo, opera che lo fece avvicinare a Fausto Mesolella, musicista scomparso lo scorso marzo.

Oggi sarà di nuovo in città, alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, per presentare Preniluna, il suo nuovo romanzo che riporta una dedica speciale proprio a Mesolella. Al Corriere del Mezzogiorno ha rilasciato per l'occasione un'intervista in cui ha sottolineato anche il suo rapporto e la sua visione della città.

A proposito di Totò Benni spiega: "Era un comico che prendeva spunto dalla strada, ma era un filosofo astratto. Trovo comico chiedersi se serve l’ironia, (che non promette altro che dubbi) e non chiedere mai se 'servono' la politica, l’economia, eccetera, che promettono verità assolute".

"Esistono molti scrittori e artisti ispirati da Napoli – prosegue Stefano Benni a proposito degli scrittori cittadini – direi che più che una scuola al chiuso, è qualcosa che si respira nell’aria. Ne amo tanti, ma citerei Anna Maria Ortese ed Eduardo De Filippo per i testi teatrali".

E alla domanda "Che immagine ha della nostra città oggi?", risponde: "Napoli è troppo complicata per chiuderla tra le parole 'orrore' e 'bellezza', e non smette mai di trasformarsi. Napoli sarà quello che vorranno i napoletani delle prossime generazioni".

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