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Cultura

Carnevale, Scaramuccia e Tartaglia: le altre maschere napoletane

Come tutte i personaggi della Commedia dell’Arte, anche loro incarnavano, con quel linguaggio dialettale e le movenze caricaturali, figure tipiche della realtà “bassa” e “volgare” della città partenopea

Nella seconda metà del Seicento il Carnevale a Napoli diventa una vera e propria festa popolare. In questo periodo la città si colorava, e ovunque si respirava un clima di gioia e allegria. Le vie venivano animate dalle maschere popolari della Commedia dell’Arte che ballavano e cantavano coinvolgendo i passanti. Tra queste spiccava Pulcinella, la maschera napoletana che incarnava l’essenza della città e il suo spirito popolare, resa celebre dagli attori Silvio Fiorillo e Antonio Petito, che si ispiravano alle vicende quotidiane del contadino-attore Puccio d’Aniello. Ma ad affiancare “Pulecenella” c’erano altre due maschere napoletane, non meno importanti e caratteristiche: Scaramuccia e Tartaglia. Come tutti i personaggi della Commedia dell’Arte, anche loro incarnavano, con quel linguaggio dialettale e le movenze caricaturali, figure tipiche della realtà “bassa” e “volgare” della città partenopea. Conosciamole meglio….

TARTAGLIA

Grasso, goffo e balbuziente, è un degno compare di Pulcinella e Colombina. Indossa un abito verde con larghe strisce gialle, calze bianche, un maestoso mantello verde con i bordi gialli, una maschera nera e un cappello grigio. Nella Commedia dell’Arte interpreta ruoli diversi: a volte è giudice, notaio, farmacista, avvocato e consigliere di corte. Altre volte è un semplice domestico o genitore di qualche altro personaggio della commedia. Gli piacciono molto le donne, ed essendo un gran tenerone, se ne innamora facilmente. Caratteristica principale di questo personaggio è la sua balbuzie: tutte le volte che Tartaglia inizia a parlare, balbetta, storpia le parole e le ripete un bel numero di volte, ragion per cui lo spettatore è spesso portato a ridere. Spesso lascia interdetto il suo interlocutore, a volte lo fa addirittura innervosire. Ha anche altri difetti: è sordo e molto miope, per questo porta sul naso un enorme paio di occhiali che gli danno un’aria decisamente buffa… Sembra che ce le abbia tutte lui, poverino!!!

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SCARAMUCCIA

Fanfarone, pigro e spaccone. Come tanti altri personaggi della Commedia dell’Arte, è uno scansafatiche eccezionale! Indossa un berretto nero alla basca, che sembra quasi una cuffia da letto, e una maschera nera sul viso. Porta anche una giubba corta a righe nere e grigie scure chiusa da una cinta e coperta da un mantello nero. Scaramuccia è il tipico napoletano, un pò buffone, che si diverte a fare scherzi, ma finisce sempre per prendere le botte. Il suo nome significa "battibecco", perché egli non combatte grandi battaglie, ma piccoli scontri, "scaramucce" appunto. Dice di essere nipote di Capitan Spaventa e in un modo o nell’altro prende botte ogni giorno. Nelle commedia cerca sempre di conquistare tutte le donne fingendosi ricchissimo e suonando dolci serenate con la chitarra o il mandolino.

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