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Cultura

Perché si dice “Farse fà ‘na spagnola”

L’espressione napoletana fa riferimento a una pratica ideata alla fine del 1400 dalle prostitute dei Quartieri Spagnoli

Perchè si dice “Farse fà ‘na spagnola”? A spiegarcelo è il libro "Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani", commentati da Raffaele Bracale e a cura di Amedeo Colella.

Letteralmente significa “Farsi fare una (sega) spagnola”. La “sega spagnola” era un metodo di soddisfazione sessuale maschile ideato ed attuato dalle prostitute partenopee che prestavano la loro opera nei bassi e fondaci attigui a quelli che sarebbero stati gli acquartieramenti dei soldati spagnoli (XVI sec.), ma che già nel XV sec. ospitavano (1495) i soldati francesi di Carlo VIII che fu Re di Francia della dinastia dei Valois dal 1483 al 1498. I quartieri spagnoli presero questo nome intorno alla metà del XVI secolo per la vasta presenza delle guarnigioni militari spagnole, volute dal viceré Don Pedro di Toledo, destinate alla repressione di eventuali rivolte della popolazione napoletana. All’epoca, come già precedentemente al tempo di Carlo VIII, tali quartieri siti a Napoli, a monte della strada di Toledo, erano un luogo malfamato, come tutti i luoghi  dove siano di stanza i militari, dove prostituzione e criminalità la facevano da padrone, con malgrado del viceré di Napoli, Don Pedro di Toledo da cui il nome della strada che, marchese consorte di Villafranca e dal 1532 al 1553 viceré di Napoli per conto di Carlo V d’Asburgo, emanò alcune apposite leggi tese a debellare il fenomeno. Torniamo, dunque, alla cosiddetta “sega spagnola” che fu un ingenuo accorgimento adattato dalle meretrici allorché si diffuse nella città un pericoloso morbo: la lue o sifilide (detto comunemente "mal francese o mal gallico") e si ritenne che tale morbo fosse portato e propagato (nel 1495 circa) nella città, attraverso il contatto con le prostitue locali, dai soldati francesi al seguito di Carlo VIII. Da notare che, per converso, i francesi dissero la “lue: mal napolitan” nella pretesa che fossero state le prostitute partenopee a diffonderlo tra i soldati carlisti. Fosse francese o napoletano, le prostitute invece di soddisfare i clienti soldati con un normale coito, si limitarono a un contatto superficiale servendosi di quell’atto che fu detto "sega spagnola” in quanto le prostitute esercitavano in tuguri (bassi e fondaci) di quei quartieri poi detti spagnoli.

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