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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Rione Sanità, perchè il “Borgo dei Vergini” si chiama così?

Il nome è legato ad una confraternita religiosa che un tempo abitava il quartiere. Si chiamavano "Eunostidi" ed erano una comunità di uomini “vergini” dedita alla temperanza e alla castità

Percorrendo via Foria, all’altezza dell’ingresso della metropolitana, è possibile ammirare quel che rimane delle mura della Napoli tardo medioevale degli Aragonesi, oggi testimoniate dalla splendida Porta S.Gennaro. Oltrepassando la porta si entra nello storico Borgo dei Vergini, cuore del Rione Sanità. Grazie alla posizione strategica di questo borgo, che lo rendeva unica via di transito utilizzata dai regnanti per andare da Palazzo Reale alla Reggia di Capodimonte, fu scelto da molti nobili per la costruzione delle loro residenze, visibili ancora oggi. Percorrendo la strada, è infatti possibile ammirare alcuni dei monumenti più famosi di Napoli. Tra questi ricordiamo la Chiesa di S.Maria Succurre Miseris di origine trecentesca; la Chiesa di S.Vincenzo de Paoli del 1788 attribuita a Vanvitelli; la Chiesa trecentesca di S.Maria dei Vergini dove fu battezzato S.Alfonso de’ Liguori, l’autore della famosissima canzone “Tu scendi dalle stelle”, e che visse nel Rione Sanità; i magnifici palazzi barocchi dell’architetto napoletano Sanfelice, la sua residenza, e il Palazzo dello Spagnuolo, celebrati in numerosi film e scenografie teatrali.

Il Borgo e la fratria degli Eunostidi

Perchè questo luogo si chiama “Borgo dei Vergini”? La storia che ha dato vita a questo nome ha radici che affondano nell’epoca tardo-classica, ed è legata ad una confraternita religiosa greca che un tempo abitava il quartiere: gli Eunostidi (una comunità di uomini “vergini” dedita alla temperanza e alla castità). Alla base del credo di questa comunità vi è la vicenda, tra storia e leggenda, di Eunosto, un affascinante giovane, vittima del corteggiamento insistente e aggressivo di Ocna. La ragazza, figlia di un magistrato, corteggiò a lungo il fanciullo, senza ottenere alcuna risposta. Infine, travolta dalla passione, tentò di sedurlo con una vera e propria aggressione, ma Eunosto reagì bruscamente e si difese con la forza. Ferita nell'orgoglio oltre che nel corpo, Ocna raccontò ai fratelli d'esser stata vittima di un tentativo di stupro e i due la vendicarono uccidendo il ragazzo. Quando, poco dopo, si scoprì la verità, i due furono arrestati, Ocna si tolse la vita e i cittadini dedicarono un tempio al povero e innocente Eunosto.

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