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Cultura Vomero / Via Belvedere

Via Belvedere, dove si accese la prima scintilla delle 4 giornate di Napoli

La storia della liberazione spontanea della città dall'occupazione nazista ricordata da una targa

“Qui Alla masseria Pagliarone Il 28 settembre 1943 Si accese la prima scintilla delle Quattro Giornate napoletane". Che il popolo napoletano si sia liberato con le proprie forze dall’occupazione tedesca è risaputo. Che la prima scintilla di questa insurrezione popolare sia scoccata al Vomero è forse meno noto: nel primo tratto di via Belvedere, infatti, all’altezza della Masseria Pagliarone, ebbe origine il primo dei focolai delle Quattro giornate di Napoli, una storia scritta dal popolo partenopeo dal 27 al 30 settembre 1943 e che permise agli Alleati di trovare una città già libera. Esasperati dalla guerra, i napoletani furono tra i primi in Europa a insorgere contro l’occupazione nazista: la città, una tra le più bombardate d’Italia (con circa 25mila vittime), aveva particolarmente patito la miseria e la devastazione del conflitto.

Da poche settimane è stato firmato l’armistizio (8 settembre) ma a Napoli continuano, anzi si intensificano, le rappresaglie naziste: persone sparite, fabbriche distrutte, esecuzioni spietate. I tedeschi, alleati fino a qualche giorno prima, diventano nemici e quattro giorni dopo l'armistizio occupano la città e dichiarano lo stato d’assedio. Operai, intellettuali, ex soldati, persino donne e bambini uniscono così le forze per ribellarsi alle angherie dei tedeschi, rese ancora più violente dopo che il capo del governo Pietro Badoglio aveva siglato la resa con gli anglo-americani. Esplode la rivolta e dopo quattro giorni i tedeschi lasciano la città. Una rivolta spontanea che è valsa alla città di Napoli una medaglia d’oro al valor militare, il cui simbolo è ancora oggi Gennaro Capuozzo, detto Gennarino e conosciuto come "lo scugnizzo", un ragazzino di soli 12 anni che fu una delle figure chiave nella ribellione contro i naziasti.

Sono tanti, in città, i segni che celebrano la memoria di questo storico evento: oltre alla targa commemorativa in via Belvedere, ne esiste un’altra a via Luigi Sturzo (Masseria Pezzalonga), all’Arenella; e ancora all’ingresso del Palazzo della Borsa, in Piazza Bovio, in Piazza Nazionale, in via Marchese Campodisola; presso il Bosco di Capodimonte; in via Santa Teresa degli Scalzi; sul ponte della Sanità (dedicato a all’operaia antifascista Maddalena Cerasuolo, medaglia di bronzo al valor militare); in Piazza Nazionale. Al Vomero, inoltre, è intitolata all’evento l’omonima piazza, in prossimità dello stadio Collana, e con lo stesso nome è stata chiamata dal 1945 anche la galleria che collega Piedigrotta a Fuorigrotta.

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