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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

Premio Comel 2017: Rosaria Iazzetta vince la VI edizione

L'artista di Mugnano di Napoli conquista la giuria e vince la VI edizione del Premio COMEL Vanna Migliorin Arte Contemporanea, la competizione che promuove le caratteristiche estetiche, artistiche e comunicative dell'alluminio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Si è conclusa lo scorso sabato 28 ottobre la VI edizione del Premio COMEL Vanna Migliorin Arte Contemporanea, con la cerimonia di premiazione dei vincitori. Il Premio COMEL è una realtà atipica nel panorama nazionale e internazionale dei concorsi d’arte, in quanto promuove l’utilizzo dell’alluminio come materiale principale delle opere in gara, esaltandone le caratteristiche estetiche, artistiche, comunicative e compositive. Nato nel 2012 in memoria di Vanna Migliorin, imprenditrice, appassionata d’arte e grande mecenate, è promosso dalla CO.ME.L. (Commercio Metalli Latina) e organizzato da Maria Gabriella Mazzola e Adriano Mazzola figli della compianta Vanna. Gremita la galleria nel centro di Latina, Spazio COMEL Arte Contemporanea, che ha ospitato la mostra delle 13 opere finaliste di quest’anno: Sinuosità dell’Alluminio; e che ha concluso la VI edizione del Premio COMEL. Nel corso del pomeriggio la giuria di esperti presieduta da Giorgio Angisola, alla presenza inoltre di Marco Nocca e Loredana Rea, ha decretato il vincitore e assegnato alcune menzioni speciali leggendo le motivazioni per ciascuna opera e artista nominati. Il Premio della Giuria, che decreta il vincitore dell’edizione 2017, è andato a Rosaria Iazzetta e alla sua opera Senza Titolo. Docente d’arte presso l’Accademia di Napoli, è una scultrice-artigiana che dona nuova vita al materiale di scarto facendo opere d’arte. La sua formazione e attività tra Occidente e Oriente, ne fa artista dal background internazionale, fortemente legata alla sua terra, impegnata in una continua attività creatrice che unisce arte, impegno sociale ed etico. Ha dedicato il suo premio a tutte le donne impegnate in ambiti solitamente ritenuti “maschili”, ribadendo che la scultura “non è una questione di genere, ma un atto d’amore indipendente, libero e grandioso!”. La sua opera è stata scelta per la grande perizia con cui l’alluminio è stato saldato e modellato, che si unisce alla suggestiva creazione di un essere antropomorfo di grande impatto drammatico e avveniristico. Tre le menzioni speciali assegnate al torinese Lele De Bonis per l’opera Sigmund, al fiorentino Lorenzo Galligani per l’opera Acqua e al londinese George King per l’opera Holding Pattern. Lele De Bonis vive e lavora a Torino dove è scenografo per il teatro, il cinema e parchi divertimento. Il suo percorso artistico nasce e si sviluppa dal recupero e assemblaggio dei materiali, soprattutto legno e alluminio, con i quali propone una riflessione sull’essere umano verso il quale ha uno sguardo grottesco e cinico ma mai accusatore. La sua opera ha guadagnato una menzione speciale per l’intenso riferimento psicanalitico: il cubo rotto indica chiaramente la perdita di un equilibrio che è però tradotta in chiave positiva come una libertà spirituale ed espressiva. Lorenzo Galligani è uno scultore fiorentino, la sua formazione internazionale l’ha portato a contribuire attivamente come artista e studioso in qualità di Visiting Professor in Italia, Messico e Giappone. Fine scultore predilige materiali come pietra, legno e marmo, che modella attraverso metodi tradizionali a mano. È direttore dell’Accademia Galligani di Firenze. Della sua opera Acqua, la giuria ha apprezzato la lavorazione del metallo fuso unito a un’impostazione classica della scultura, che scaturiscono in una chiara allusione introspettiva e psicologia. George King è un architetto che ha partecipato a importanti progetti in diverse parti del mondo Australia, Europa, Medio Oriente e Russia. Fondatore e direttore del design studio NEON, è stato senior architect presso lo Zaha Hadid Architects (ZHA), dove ha lavorato per il Centro Acquatico Olimpionico (Londra 2012), lo stadio per i campionati mondiali del Qatar (FIFA 2022), la Banca Centrale irachena e il Centro mediorientale della Oxford University. Insegna presso la Lund University in Svezia, la Bartlett School of Architecture di Londra e la Monash University in Australia. La sua opera ha avuto la menzione speciale della giuria per i suggestivi effetti visivi che ha saputo donare a semplici sagome in alluminio assemblate in modo da suggerire la forma di una sorta di rotore. Infine è stato annunciato anche il vincitore del Premio del Pubblico, il più amato e votato dai visitatori della mostra, e dagli studenti del Liceo Artistico di Latina che sono stati invitati a partecipare alla votazione, è stato Emilio Alberti con l’opera Tempesta (Onda). Emilio Alberti ha esordito nel 1976 ad Art Basel, il suo percorso artistico attraversa pittura, scultura e installazione e si caratterizza con una carriera internazionale, in stretta collaborazione con poeti, musicisti e artisti di discipline diverse. Sin dal 2005 ha elaborato una personale tecnica che unisce stucchi e lamina d’alluminio.

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