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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura Chiaia / Piazza Amedeo

Piazza Amedeo, al centro del Rione intitolato al Principe di Savoia

È il punto nevralgico del quartiere voluto da Garibaldi a metà Ottocento e realizzato alla fine del secolo

Molti lo chiamano il “salotto buono” della città, e così era anche nel XVI secolo, quando veniva scelto da molte famiglie nobili napoletane come luogo di svago e ritrovo anche per la sua vicinanza al mare. Piazza Amedeo è il cuore del “rione Principe Amedeo”, nel quartiere di Chiaia, che ha acquisito l’attuale aspetto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento.

Raccordo tra la direttrice di via dei Mille, Parco Margherita e Via Crispi (già via Principe Amedeo) ha una caratteristica unica: si mostra con tre lati chiusi da palazzi e un lato aperto che lascia intravedere la collina. Questo almeno è l’aspetto che ha da quando l’intera zona fu fatta rimaneggiare dai Savoia (la piazza porta infatti il nome del Principe Amedeo di Savoia) ma anche dalle stesse famiglie aristocratiche della zona che vi fecero costruire palazzi e ville, molte delle quali in stile liberty.

Nel 1859, Errico Alvino presentò un progetto di ristemazione che verrà attuato soltanto nei decenni successivi (a partire dal 1871), grazie al piano di Risanamento dei piemontesi partito con l'apertura di Via dei Mille nel 1885. Il progetto originario prevedeva tre piazze: vedrà la luce soltanto una delle tre, piazza Amedeo. La zona fu da subito ben collegata: pochi anni dopo (nel 1889) fu inaugurata infatti la funicolare che collega ancora oggi il quartiere al Vomero, passando per il corso Vittorio Emanuele. Di inizio Novecento è uno dei palazzi che si affaccia sulla piazza, Palazzo Cottrau-Ricciardi. 

Subito dopo la seconda guerra mondiale - durante la quale i bombardamenti danneggiarono molti palazzi - la piazza e l’intero rione furono oggetto di una speculazione edilizia che fece scomparire molti edifici in stile liberty e stile barocco a favore di nuovi palazzi in calcestruzzo. Anche il Palazzo Carafa di Roccella – che oggi ospita il Palazzo delle Arti di Napoli – corse questo rischio, scongiurato da una protesta di residenti e commercianti della zona e successivamente dall'acquisto da parte del Comune di Napoli.

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