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Cultura Via Santa Caterina da Siena

Peppe Vessicchio torna a Napoli: “Qui la musica è nell’aria e coltiva musicisti”

In città per la presentazione del suo libro "La musica fa crescere i pomodori" scritto con Angelo Carotenuto

Torna nella sua Napoli, la città dove è nato, e lo fa in una veste abbastanza nuova, quella di scrittore. Proprio qui, alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, Peppe Vessicchio ha presentato il suo libroLa musica fa crescere i pomodori. Il suono, le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell'armonia naturale” scritto con il giornalista Angelo Carotenuto ed edito da Rizzoli. E di Napoli è intriso il romanzo, a metà tra l’autobiografia e il saggio: dall’infanzia a Cavalleggeri d’Aosta (quartiere di origine che il Maestro condivide con Carotenuto) e Bagnoli, fino alla parabola musicale, passando per gli studi in architettura abbandonati per inseguire un proprio sogno, spalleggiato dal padre. E ancora il suo rapporto con il fratello Pasquale (che ascoltava di nascosto mentre suonava e cantava), e con grandi della musica come Peppino Gagliardi, che cita più volte ricordandone gli insegnamenti. Al Conservatorio entrava da “uditore abusivo, ma autorizzato”, come dice lui stesso. “A Napoli la musica nell’aria fa crescere musicisti”, chiosa subito Vessicchio, che tra un aneddoto e l’altro, intona anche qualche nota facendo sorridere il pubblico. Sempre ironico, sempre puntuale, dotato di una infinita cultura musicale classica. Divenuto anche un fenomeno del web prima nel 2016, con l’hashtag #uscitevessicchio, e quest’anno con #intantovessicchio (intanto Vessicchio se la gode anche lontano da Sanremo, questo il senso del claim lanciato dai The Jackal).

Che la musica faccia bene all’anima lo sanno tutti. Ma che sia benefica anche per gli organismi viventi coma la terra da coltivare o il vino è meno scontato ed è proprio questo lo spunto di partenza del libro di Vessicchio, musicista, compositore e direttore d’orchestra divenuto celebre, per il grande pubblico, grazie alla sua lunga esperienza (dal 1990) al Festival di Sanremo, terminata quest’anno, e al suo ruolo di insegnante nel programma televisivo di Maria De Filippi, Amici. Al suo arrivo in sala, si stringe in un fraterno abbraccio con Marisa Fierro, vedova di Aurelio: con entrambi ha condiviso momenti e storie. Il titolo del volume parte da un esperimento che sta conducendo con alcuni istituti di ricerca e alcune aziende agricole: secondo molti studi, la musica, specie quella classica (Mozart, in particolare), fa bene alle piante e al loro vigore, ma anche agli animali. Perciò il suo obiettivo, oggi, è aiutare a ridare alla musica e alla cultura italiana il suo ruolo, restituendole in parte ciò che dalla musica ha ricevuto.  

Della sua fama, ormai estesa a livello mondiale, non c’è traccia nel tono di voce, mostra piuttosto un atteggiamento di curiosità verso chi gli parla e gli pone domande. “Mi piace stare dentro le regole”, dice sottolineando la sua avversione per la parola “arrangiamento”, alla quale preferisce l’espressione “elaborazione”. Un personaggio eclettico, amante della musica in ogni sua sfumatura, che è passato da un estremo all’altro del pentagramma fatto di musicisti, esperienze. Come ha conciliato questi “alti” e “bassi” nel corso della sua carriera? “Sono passato da Nino D’Angelo a Pergolesi ed è così che mi sono appassionato alla musica. Ma per sopravvivere a questa continua alternanza bisogna sempre partire dal basso: per fare il movimento contrario ti devi piegare”, spiega il Maestro, che poi aggiunge “Io sono stato molto fortunato”. Non nasconde la sua allergia alla ripetitività, dietro la quale probabilmente nasconde un indiretto riferimento al rapporto con Sanremo. Che nel libro è spiegato, nel penultimo capitolo. Ci sarà ancora il Festival della canzone italiana nella carriera di Vessicchio? Beh, per saperne di più basta leggere il libro.

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