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Cultura

La Pasqua, giorno della memoria dell’amore e del coraggio

La parte cristiana del mondo celebra per la duemila ventunesima volta il giorno che ha cambiato il mondo

La parte cristiana del mondo celebra per la duemila ventunesima volta il giorno che ha cambiato il mondo. Una ricorrenza essenziale a cui tutti noi troppo spesso finiamo per non porre la dovuta attenzione: la Pasqua cristiana. La motivazione del nostro distrarsi è assai semplice, in realtà per nulla o quasi nulla concettuale, fondamentalmente banale, ma anche spesso in apparentemente contrasto: l’abitudine, la noia delle nostre vite, la nebbia dell’opulenza, la frenetica ricerca dei mezzi per la sopravvivenza. Siamo tutti assopiti, chi più e chi meno, e le nostre vite convulse ci distraggono dall’analisi profonda di ciò che spesso celebriamo per sola abitudine e che invece potrebbe rivelare aspetti impensabili e riflessioni su fatti e situazioni complesse e contemporanee. È forse un’occasione sprecata? Alcune festività possono regalarci un momento di riflessione circa gli obiettivi che ci siamo posti nella vita, e quelli che potremmo porci. È bello pensare ad una festività come un dono consegnatoci da una tradizione intrisa di memorie, colori, odori. Tutto è così partecipe nel rassicurare le nostre vite. Un giorno assai prezioso, che fa bene alle nostre famiglie e ci fa sentire stretti in un abbraccio con i nostri cari, anche quelli ormai lontani e irraggiungibili. Una dimensione certamente piacevole e accogliente, capace di farci esprimere un sincero e sonoro: mi piace. Quando però passa il tempo e magari eventi straordinari come la pandemia di questo primo ventennio del terzo millennio, ci fanno porre domande apparentemente  senza risposte, può essere utile un sano “revisionismo” delle storie quotidiane. Di certo Il motivo per cui ognuno di noi dovrebbe dedicare una piccolissima porzione del proprio tempo, è del tutto personale e, aggiungerei giustamente privata. Quanto importa davvero è quanto siamo capaci di vedere e leggere le cose con lucidità e onestà intellettuale. Quale significato dare alla Pasqua? L’invito è di provare a considerarla come il nostro “giorno della memoria e del coraggio”. Per tutti. Se per i credenti è il giorno della vittoria del figlio di Dio sulla morte, è anche l’affermarsi di un uomo capace di caricarsi sulle spalle il destino del mondo. Per l’intera umanità dovrebbe rappresentare colui che dichiarò la coscienza di un amore assoluto, senza esclusioni. Un amore capace di sublimarsi in un sacrificio estremo capace di affermare il valore della verità e della libertà di pensiero e espressione. Se per alcuni è il figlio di Dio, per altri resta un uomo straordinario. Credo che poco conti discutere di questo perché quello che ha immensa importanza è proprio l’aspetto umano, e di quanto questa dimensione fragile sia divenuta incredibilmente forte e feconda. Protagonista centrale è il suo sacrificio, il suo insegnamento di vita e, cosa più rara e importante, il suo amore per la verità: assoluto, gratuito, disarmante e accecante nel suo splendore chiarificatore. In fondo dichiarava “solo” ma  senza indugi, senza ripensamenti e debolezze, l’immenso amore per la vita. Oggi dovremmo vederlo nella sua intima essenza di rivoluzionario che, dopo oltre duemila anni, non trova ancora eguali. Il suo amore per la vita e il “il prossimo” lo ha gridato con forza e convinzione unica. Come rivoluzionario ha avuto il coraggio di colpire i potenti e i loro interessi con il “garbo” dell’amore e il dolore della verità. Per taluni è stato davvero tanto, troppo: anche ai giorni nostri. Lo ha fatto non ignorando i rischi a cui andava incontro, ma al contrario con la serena e sconcertante consapevolezza del suo doloroso destino. Per questo, e tanto altro ancora, quanto ricordiamo è per me, non tanto il giorno della sua rinascita, ma il frutto del suo consapevole sacrificio.
Il suo esempio ha insegnato a tutti noi il valore assoluto della coerenza e di come il sacrificio possa essere necessario. Il Cristo, le sue idee (perché è questo di cui parliamo) assumono un valore laico e assoluto. Potremmo sicuramente asserire che il suo insegnamento è basato su principi che si sono diffusi trasversalmente e oggi sono presenti direttamente e indirettamente in tutte le culture e, pertanto, patrimonio immateriale dell’umanità. Tutto il pensiero del Cristo, con concetti apparentemente semplici e sempre comprensibili, ruota intorno ad un unico “perno”: l’amore. Una parola che spesso finisce per spaventare e disorientare. Così l’amore, dal giorno in cui nacque questo uomo autenticamente vero, è divenuta l’energia sottile a cui l’umanità deve attingere. Ha impresso una tale svolta che anche chi non è credente, dovrà confrontarsi con il suo “sigillo sul tempo”. Difatti la cronaca delle vicende umane, dalla sua comparsa sul palcoscenico della storia, si dividerà in “ante Cristo”(a.C.) e “dopo Cristo”(d.C). La sua nascita ci ha permesso di capire l’importanza della gratuità, del dono. Con buona pace di taluni.
Oggi mi pace immaginarlo come il più moderno e “magnetico” degli influencer. Dalle pagine immateriali su cui scrivo, mi piace proporlo come il più autentico e onesto dei giornalisti che, sono certo utilizzerebbe tutti i media moderni, compreso il web, per denunciare i mali dell’umanità nelle nostre post-democrazie. È innegabile che la sua dimensione umana, la sua presenza materiale sarebbe necessaria pressoché ovunque. Lo vediamo, senza ombre, in questi giorni di falsità, ipocrisia, violenza, razzismo, dominio ideologico del materialismo “evoluto”. La memoria del Cristo uomo deve spingerci a emularlo, non sulla croce, non nel divino, ma nei luoghi e nelle situazioni del quotidiano terreno. È un palese invito a vivere la Pasqua come “giorno della memoria dell’Amore assoluto e del coraggio della verità” nella convinzione che possa rappresentare l’occasione per ritrovare la fiducia nel prossimo, sopportare il carico del peso del sacrificio e delle responsabilità, ma anche esprimere e assaporare la gioia della presenza su questo spettacolare pianeta, intimamente legati ad ogni forma di vita presente. È anche il rinnovarsi di una grande opportunità: l’opportunità di scegliere di vivere con consapevolezza un’esperienza di una vita vissuta con onestà intellettuale e fede nella verità. Dopotutto alcune scelte, quando la memoria è ben viva, sono solo questione di coraggio.

di Mariano Lebro

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