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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura

Palazzo Spinelli e il fantasma di Via dei Tribunali

Si narra che una bambina orfana di nome Bianca sia stata murata viva per gelosia dalla marchesa di Laurino. Il suo spettro, ancora oggi, vaga nelle stanze dell'edificio

Nel cuore del centro storico di Napoli, lungo il decumano maggiore, è ubicato al n. 362 il Palazzo Spinelli di Laurino. Lo storico edificio, costruito nel XV secolo, porta con sé un’affascinane storia che intreccia realtà e leggenda. Noto per aver ospitato il poeta umanista Giovanni Pontano, il palazzo fu restaurato nel 1767 dal Duca di Laurino, Troiano Spinelli (da cui ha preso il nome). Ai lavori di restauro - che hanno reso l’edificio così come è oggi - hanno partecipato Ferdinando Fuga e l’architetto Ferdinando Sanfelice, famoso per le sue scalinate a doppia rampa. A subire grandi cambiamenti fu soprattutto il cortile: l’originaria pianta quadrata fu trasformata in uno spazio ellittico che, con i suoi due meravigliosi busti romani, le sue dodici statue allegoriche e gli otto medaglioni mitologici, costituisce un tributo alla romanità. Si tratta dell’unico cortile a Napoli con forma ellittica. Un orologio, una statua della vergine e i busti di due imperatori romani completano il coronamento. Sul portone d’ingresso del palazzo è presente una maestosa aquila con le ali spiegate, sul cui petto è scolpito lo stemma dei Laurino e dei Tuttavilla di Calbritto, famiglia a cui apparteneva la moglie di Troiano Spinelli.

Palazzo Spinelli-2-4

Da questa breve descrizione è facile capire che si tratti di uno dei palazzi più maestosi di Napoli. Nonostante oggi, la facciata e il cortile versino in stato di degrado, lo stabile continua a distinguersi per la sua bellezza. Bellezza che ha ispirato anche il cinema. Il Palazzo Spinelli, è stato, infatti, la location di alcuni famosi film (“Maccherroni“ di Ettore Scola, “Giallo Napoletano" di Sergio Corbucci e “La Pelle" di Liliana Cavani) che hanno visto come interpreti Marcello Mastroianni, Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Carlo Giuffrè e Peppe Barra. 

Come per la gran parte degli edifici monumentali di Napoli, anche il Palazzo Spinelli è avvolto da un alone di mistero. Si racconta, infatti, che l’edificio sia abitato ancora oggi dal fantasma di Bianca, una bimba rimasta orfana e adottata dal Duca di Laurino. Bianca era una bambina bellissima e dolcissima, e aveva un ottimo rapporto con il duca. Rapporto che però non piaceva alla moglie Lorenza. La marchesa, una donna crudele e cinica, era gelosa per le grandi attenzioni che suo marito dedicava alla bambina. Per questo motivo, probabilmente, la prese al suo servizio facendola diventare sua damigella. Si narra che poco prima della partenza per la guerra, il Duca Spinelli si recò dalla tirannica moglie per salutarla, ma lei non gli rivolse alcun cenno di considerazione. Così il gentiluomo, uscendo dalla stanza di corsa e pieno di rabbia, si ritrovò ad incrociare attraverso lo specchio lo sguardo dolce della bella Bianca, che si trovava lì per pettinare sua moglie. Lo sguardo innocente e pieno di compassione della bambina fece innervosire la marchesa Lorenza, la quale decise di punire Bianca facendola murare viva nella sua stanza. Si dice che la bambina, prima di essere lasciata al suo destino, pronunciò queste ultime parole: "Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje”.

Da allora, il fantasma di Bianca appare come presagio di gioie e disgrazie: lo spettro ha una veste bianca e nel caso di sventura si presenta con il volto coperto da un velo nero. Pare che ancora oggi Bianca vaghi per le stanze del palazzo, e che sia stata vista piangere sulle scale.

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