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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura Pendino / Via dei Tribunali, 339

A via Tribunali il portale più antico di Napoli

Sotto i portici del Decumano c’è l’ingresso del Palazzo dell’Imperatore di Costantinopoli di fine Duecento

Gigli angioini su questo antico portale, il più antico della città. Si mostrano, oggi timidamente, sull’ingresso di un palazzo nobiliare in via dei Tribunali 339, conosciuto come il “Palazzo dell'Imperatore di Costantinopoli” o “Palazzo Filippo di Valois”. Eretto in forme gotiche come abitazione di Filippo d'Angiò, principe di Taranto e imperatore di Costantinopoli (titolo che in realtà apparteneva al suocero, Baldovino II), al quale era stato donato nel 1295, per renderlo una degna abitazione furono accorpati (e in parte ricostruiti) più corpi di fabbrica preesistenti (appartenenti a Tommaso del Porta e al cancelliere del regno, Ade de Dussiaco) con la creazione di una serie di portici.

L'immobile passò poi prima al figlio di Filippo d'Angiò, Luigi, e poi alla famiglia Cicinelli dei Principi di Tursi, che lo restaurò dotando i portici di arcate a tutto sesto e ridecorandolo in chiave barocca (creando però al contempo un eccessivo peso per la struttura, che ha reso necessari alcuni interventi di rafforzamento). Ancora oggi sono visibili il portone centrale e quattro portici in piperno (un quinto arco venne assorbito dalla costruzione del palazzo adiacente) che durante il regno di Alfonso d’Aragona ospitarono la nascente Accademia Pontiniana. Intorno a questa istituzione si riunirono intellettuali di spicco come Pietro Aretino, Antonio Casarino, Tristano Caracciolo e Giovanni Pontano, che la diresse a lungo e le fece cambiare il nome da Porticus Antonianus in Accademia Pontaniana. Dopo di lui, l’Accademia fu diretta da Jacopo Sannazaro. L’accademia si trasformò nel 1808 in Società Pontaniana sotto la direzione di Vincenzo Cuoco e nel 1817 ottenne un riconoscimento da parte del re. Oggi è tornata ad essere Accademia.

Guardando il Palazzo dell'Imperatore di Costantinopoli, in alto, sulla sinistra, è presente un affresco del Trecento raffigurante la Vergine Maria. Nel cortile, invece, è collocato un bassorilievo marmoreo con lo stemma di famiglia (un'anatra e tre gigli). Oggi i portici fanno da sfondo alla vivace quotidianità del quartiere tra un mercato rionale e botteghe di artigiani e hanno dato il nome a un Caffè Letterario al civico successivo (Portico 340, appunto). Un foro moderno, nato a pochi passi da quello antico, che ravvivava l'odierna piazza San Gaetano.

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