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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura Chiaia / Via del Parco Margherita

Palazzo Acquaviva Coppola, l’edificio dalle tre facciate

Stili differenti, tra floreale classico e barocco, per i diversi ingressi in via del Parco Margherita e in via San Pasquale

Ha tre facciate con stili architettonici completamente diversi: il Palazzo Acquaviva Coppola, imponente edificio del quartiere Chiaia, è infatti situato tra via del Parco Margherita, dove ha un aspetto floreale più tendente al classicismo romano, e via San Pasquale, dove invece prevalgono le influenze barocche. La doppia esposizione (a due quote differenti) è dovuta alla pendenza del suolo su cui sorge: l'articolazione del corpo di fabbrica è stata risolta suddividendo la struttura in due parti apparentemente indipendenti.

La decorazione esterna in via del Parco Margherita – dove si apre il portale d’ingresso inquadrato tra due pilastri e realizzato in pietra grigia (per imitare il piperno vesuviano) con decorazioni in stucco - s'ispira a motivi classicheggianti determinati dall'asse di simmetria della facciata, mentre il lato di via San Pasquale (dove si apre l’ingresso per il Teatro Sancarluccio, progettato dallo scenografo Bruno Garofalo) assume caratteri baroccheggianti. Qui, il portone di ingresso al palazzo è posto ad angolo della facciata, mostrandosi diverso anche nel colore. La terza facciata del palazzo, prospiciente la gradonata di San Pasquale a Chiaia, si eleva per otto piani connessi da lesene di ordine gigante ed in vani riquadrati all’interno di arconi a tutto sesto ed è la facciata che presenta maggior impegno consistente sia nei fregi delle finestre che nei riquadri dei balconi incolonnati in sequenza verticale.

Progettato da Augusto Acquaviva Coppola nel 1912, unisce tendenze partenopee ad influenze derivate dalla secessione viennese di Otto Wagner, simile all’esempio immobiliare della Filantropica Napoletana al corso Amedeo di Savoia. Anche in quel caso l’edificio poggia su un fondo valle, quello della Sanità, con gli ingressi antichi situati nel basamento del monastero dei Domenicani al Monacone. L’autore dell'edificio di Chiaia, di fronte alle difficoltà causate dalla struttura accidentata del posto, ha disegnato e poi realizzato solo formalmente un unico palazzo, che in realtà è diviso sostanzialmente in due e con due diversi accessi.

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