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Cultura Pendino / Via Egiziaca a Forcella

Ascalesi, l’ospedale sorto su un monastero del Trecento

L'edificio ospita la struttura sanitaria dagli anni Venti occupando un'area del complesso religioso che include la chiesa di Santa Maria Egiziaca all'Olmo

Da circa un secolo ospita un ospedale, ma lì dove sorge l’attuale Ascalesi c’era un antico monastero, parte di un complesso più ampio che includeva anche la Chiesa di Santa Maria Egiziaca all’Olmo. Nel cuore di Forcella, a pochi passi dal corso Umberto, il complesso fu fatto costruire dalla regina Sancha d’Aragona (la cui figura è legata al monastero di Santa Chiara, dove è sepolta), moglie di Roberto d’Angiò: fu lei a volerne la costruzione verso la metà del Trecento per ampliare l’accoglienza del complesso della Maddalena, sempre costruito per volere della sovrana per ospitare prostitute pentite. Fu dedicato a Santa Maria Egiziaca, così chiamata perché la Santa aveva vissuto a lungo da eremita in Egitto dopo una vita fatta di elemosina e prostituzione.

Il monastero ospitò poi monache agostiniane: tra loro, un piccolo gruppo se ne distaccò per fondare il monastero di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone (inizialmente chiamato “delle Riformate”). Pare che la separazione fosse dovuta a contrasti sulla eccessiva ricchezza delle agostiniane di Forcella, che avevano iniziato a ospitare anche donne della borghesia partenopea, accompagnate dalle loro doti. Quando però a inizio Ottocento furono soppressi gli ordini, incluso quello delle agostiniane, le monache fecero ritorno a Forcella. Oggi alla chiesa si accede dal Corso Umberto I, mentre in passato affacciava sulla piazza dell'Olmo; durante il periodo del Risanamento, conservò l'antico ingresso e ottenne una facciata laterale, parallela alla nuova strada.

La monumentale struttura sanitaria odierna assunse questa funzione negli anni Venti quando il Comune, entratone in possesso al momento della soppressione degli enti ecclesiastici, lo lasciò l’uso al “Regio ospizio dei Santissimi Pietro e Gennaro extra moenia” perché venisse creato un ospedale per cronici, specializzato soprattutto nella cura della tigna (una malattia parassitaria della pelle). Quando fu terminato, negli anni Trenta, fu intitolato all’ancora in vita – caso più unico che raro – cardinale Alessio Ascalesi (arcivescovo dal 1924) per il sostegno offerto durante la costruzione dell’ospedale ma anche per il suo noto impegno civile. Di fronte all'ingresso dell'ospedale, l'antica fontana della Scapigliata

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