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Cultura

Nino D'Angelo: "Ho vissuto grazie al pubblico"

A giugno l'artista compirà 60 anni. "Ricordo il primo decennio, quando è arrivato il successo. Ti svegli improvvisamente una mattina e la gente ti riconosce, ti ferma per strada"

"Già a 40 si inizia a cambiare, a 60 è un pò più pesante, è passata una vita intera di soddisfazioni e belle cose. Ho vissuto grazie al pubblico che mi ha dato tutti questi privilegi. Sono stato fortunato, sono tante le generazioni di persone hanno amano le mie canzoni". Così Nino D'Angelo in un'intervista per Il Roma. A giugno l'artista compirà 60 anni.

Tra i periodi che ricorda con più emozione, "sicuramente il primo decennio, quando è arrivato il successo. Ti svegli improvvisamente una mattina e la gente ti riconosce, ti ferma per strada. I ragazzini si facevano il caschetto come me, ero diventato un fenomeno cittadino e non solo".

Il presente: "Oggi sono amato anche dalla borghesia intellettuale, ma l'ho dovuto guadagnare giorno dopo giorno. Rimango però sempre fiero e orgoglioso di essere nato a San Pietro a Patìerno, la gente mia è quella che magari non arriva a fine mese ma che ha sentimenti esagerati. Io nel dolore ho trovato la gioia, uso sempre la frase "la ricchezza della povertà ", perché ho vissuto la povertà come una ricchezza. Oggi che vivo con una certa agiatezza non potrò mai provare la gioia di quando non avevo niente e mi hanno regalato la bicicletta; se hai la possibilità di avere quello che desideri paghi sicuramente una perdita di emozioni".

E poi la passione per Maradona: "Lui è il calcio. Penso che Diego sia il pallone vivente, il pallone fatto anima. Lo incontravo spesso a casa di Bruscolotti, dove la moglie aveva una stanza adibita a sala da ballo e Diego con Claudia ballavano benissimo, lui ha sempre amato la musica e il ritmo".

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