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Cultura

Addio allo scultore degli "angeli": è morto Antonio Lebro

Era la memoria delle botteghe artistiche napoletane di una Napoli oramai scomparsa

Si è spento a 93 anni lo scultore Antonio Lebro. Profondo conoscitore delle tecniche artistiche napoletane, praticava lo “sfumo di Lenardo da Vinci” e l’uso della sezione aurea nella scultura. Era la memoria delle botteghe artistiche napoletane di una Napoli oramai scomparsa. Appassionato studioso delle belle arti, partenopeo di nascita e memoria storica delle tante tecniche della raffinata tradizione artistica. Apprese le antiche tecniche artistiche dalla sua stessa antica famiglia le cui origini risalgono al XVIII secolo.

Frequentò l’Istituto d’Arte Palizzi seguito da un corpo docente di grande valore di cui ricordava ancora le lezioni di Vasco Pratolini e Francesco Galante. Condivideva con il fratello Rosario l’antica bottega di famiglia. Ebbe grande notorietà per aver partecipato nel dopoguerra alla ricostruzione dell’abazia di Monte Cassino scolpendo nel legno di tiglio e cirmolo vari angeli e cariatidi in legno di circa 3 metri ciascuno. Per questo fu definito lo “scultore degli Angeli”.

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Tante altre sono state le opere da lui realizzate e sparse per l’Italia ed il mondo. Curò prestigiosi restauri. Ben noto il restauro del presepe Cuciniello al museo di San Martino sponsorizzato dalla squadra di calcio del Napoli ai tempi del grande Maradona e la scenografia presepiale per il Museo di Belle Arti di Rouen (Francia) alla cui inaugurazione partecipò il Presidente francese François Mitterrand. Tra le sue ultime opere il busto in argento di Santa Giovanna Antida per la Cappella di San Gennaro al Duomo di Napoli.

Il cordoglio della redazione di NapoliToday per i figli dello scultore scomparso, il politico David Lebro e l'architetto e blogger di NapoliToday Mariano Lebro.

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