Da Mare Fuori al film Piano, piano, Massimiliano Caiazzo: "Quando ti imita Fiorello significa che stai crescendo tanto"
Essere Carmine Di Salvo nella serie fenomeno dell’anno è un volano per la carriera dell’attore che attualmente è sul set della serie di Disney+ Uonderbois, ma dal 16 marzo sarà al cinema con Piano, piano di Nicola Prosatore che oggi è presentato in anteprima in alcune sale di Napoli
Dopo essere stato presentato al Locarno Film Festival e a ad Alice nella città - sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma esce il 16 marzo al cinema Piano, piano diretto dal regista napoletano Nicola Prosatore e che questa sera si prepara al suo tour di saluti nelle sale napoletane per salutare gli spettatori del Cinema The Space (ore 19), Cinema Metropolitan (ore 20.30) e Multisala Modernissimo (ore 21.30), insieme al regista alcuni dei protagonisti: Lello Arena, l’esordiente Dominique Donnarumma, direttamente da Mare Fuori Giuseppe Pirozzi e Antonia Truppo, la quale ha anche coprodotto e cosceneggiato il film, del resto, è una storia che l’attrice ha conosciuto da vicino: la scintilla della storia parte proprio dal ricordo di infanzia dell’attrice legato allo sgombero coatto di una palazzina compiuto per dar luce allo sbocco cittadino dell’Asse Mediano. “Antonia, che insieme a me firma il soggetto, è nata in quel palazzo e quel ricordo, unito alla realtà dei personaggi e agli aneddoti della nostra memoria, è da subito diventato un solido spunto per alimentare un racconto con un forte time lock: le ultime tre settimane di un mondo che sta per essere spazzato via. Il film è girato in un'unica location, una masseria cercata a lungo sulla Rotta dell’Asse Mediano” dichiara il regista.
In quella masseria Prosatore ricostruisce il cortile di quella palazzina che è quasi agli sgoccioli nella primavera del 1987, quella della vittoria dello scudetto. In quella palazzina c’è Anna, Dominique Donnarumma al suo debutto cinematografico , è quasi adolescente nel 1987. La finestra della sua stanza affaccia sul cortile di questo vecchio palazzo-castello in mezzo a un bellissimo nulla che sta per trasformarsi in una nuova epoca. L'infanzia che deve per forza finire e l'adolescenza che cerca il proprio spazio. L'incontro con Peppino (Giuseppe Pirozzi), un ragazzo della sua età, e con quel Mariuolo (Antonio Di Matteo) che ha destabilizzato il quartiere, la porterà ai confini di quel piccolo mondo dove c’è anche un giovane scommettitore, gregario di mezza tacca, Ciro che ha gli occhi e riccioli neri di Massimiliano Caiazzo, tra i protagonisti indiscussi di Mare Fuori.
Da Mare Fuori a Piano, piano
Storie che hanno una forte aderenza con la realtà dove amore, scelta tra ciò che è giusto e sbagliato, crescere dove da sfondo c’è Napoli sono dei punti in comune sono dei punti in comune tra Mare Fuori e Piano, piano, due progetti che il ventiseienne Massimiliano Caiazzo adora: il primo gli ha dato la grande notorietà dando una bella svolta alla sua carriera, mentre l’altro l’ha amato profondamente per la cura che c’è in questo film indipendente dove il suo Ciro è tridimensionale.
Ovviamente Ciro da Carmine Di Salvo è l’opposto. Fin dalla prima stagione Carmine si vuole togliere quel marchio che il pesante cognome dei Di Salvo si porta dietro. Carmine accetta le responsabilità e il processo catartico del perdono gli apre la strada per cercare di cambiare.
“Per raccontare il bene devi conoscere il male, se no è una finzione” ha affermato, infatti stando a contatto con ragazzi come Carmine e altri come quelli che rappresentano in Mare Fuori ha contribuito a ragazzi di in modo sempre più convincente nei panni di Carmine. Illuminante è stato incontrare i ragazzi di Nisida quando durante la prima stagione sono stati nell’IPM per un laboratorio su Romeo e Giulietta.
Massimiliano ha i piedi ben piantati sulla terra. E’ un periodo fortunato per lui e pur essendone consapevole e contento lo vive prendendo tutto ciò con le pinze, osservando con il giusto distacco il successo che la serie e tutti loro stanno vivendo. Mostra anche una spiccata empatia nel modo in cui si avvicina ai personaggi che interpreta, n’è prova il modo in cui ha sposato Piano, piano e lo sta sostenendo. La sua presenza, come quella di Pirozzi e Di Matteo di Mare fuori, aiuta il lancio di Piano, piano, tanto che per le anteprime sono andati in sold out. E’ fiero di ciò di dare una mano a far crescere la visibilità di un film a cui vuole bene.
Spera di riuscire a vederlo in sala con il pubblico, facendo i salti mortali con i suoi impegni sul set.
Quando lo contattiamo al telefono per intervistarlo sta per raggiungere il set napoletano di Andrea De Sica di Uonderbois la serie urban fantasy di Disney+ ambientata a Napoli racconta le vicende di un gruppo di cinque 12enni che credono fermamente nell'esistenza del loro mito: Uonderboi, tra la leggendaria figura del Munaciello e una specie di moderno Robin Hood. Qualcuno vocifera che potrebbe essere proprio lui questo Munaciello disneyano. Tra gli interpreti di questa serie che gioca con i miti e leggende di Napoli ci sono Serena Rossi, Ivana Lotito, Francesco Di Leva e la Giordana Marengo de La vita Bugiarda degli Adulti.
Intervista a Massimiliano Caiazzo
Che aggettivi useresti per descrivere Ciro il tuo personaggio in Piano, piano?
“Piccolo, arrogante e affamato. Lui ha fame di grandezza perché ha la sindrome di Napoleone.”
Nonostante la spavalderia, Ciro desidererebbe fare l’opposto di ciò che in realtà fa. E’ molto più fragile e meno centrato di Peppino e Anna che anche se sono più piccoli sono più consapevoli e meno facili alla manipolazione…
“Appunto, anche se in Ciro c’è forte desiderio di evasione. Vuole evadere da quel contesto che gli sta stretto. All’inizio n’è inconsapevole, vuole solo diventare grande fondando su quei punti di riferimento che ha lì. Quel cortile di quel microcosmo diventa claustrofobico. Lì non è nemmeno un quartiere, ma un cortile. Al regista, Nicola Prosatore, piace chiamarlo il castello delle fiabe, perché è una realtà a sé. Non ha nulla a che fare con i vicoli di Napoli o con le dinamiche da quartiere. Nel nostro territorio il cortile è proprio una cosa a sé stante. Io mi ricordo che quando ero bambino dicevo: ‘Andiamo a giocare in cortile!’ che per noi era un micro mondo nel micro mondo.
Da come ne parli, pare che tu sia molto affezionato a questo film. Quali sono state le caratteristiche che ti hanno fatto innamorare di questa storia scritta da Prosatore e Truppo ambientata in quella Napoli dello ‘87 che forse in alcuni contesti sociali è madre della Napoli di oggi?
“Quando ho saputo che Nicola avrebbe avuto piacere di lavorare con me in questo film, ho letto la sceneggiatura e ho insistito particolarmente per farlo perché nonostante si intravedesse un personaggio particolarmente etichettabile c’era un aspetto umano molto forte già nella scrittura. La difficoltà a interpretare gli antieroi della situazione sta nel conferirgli un aspetto umano dal quale nasce tutto e la possibilità di andarlo a raccontare. In questo film l’arco narrativo di Ciro è molto completo perché è un personaggio tridimensionale e c’erano tante le possibilità renderlo. Questo mi ha fatto innamorare del progetto. Poi c’è la cura che Nicola ha messo in questo film. Mi ricordo che quando ci siamo visti per fare le prime letture, mi sono reso conto che aveva tutto il film in testa”.
Potrebbe spingere Piano, piano in sala grazie alla tua presenza e anche di Giuseppe Pirozzi (Micciarella) e Antonio di Matteo (Lino, l’agente dell’IPM) di Mare Fuori?
“Già lo sta facendo. Ovunque siamo sold out. Ed è bello questo e secondo me è un meccanismo che contribuisce a far funzionare le cose. Fare una serie di grande successo, ti può permettere di dare una mano a progetti che per natura produttiva e anche per le circostanze in cui siamo dove il cinema fa tanta fatica, un progetto supporta l’altro senza creare antitesi, ma anzi, diventa complementare.”
Mare Fuori è la serie italiana dell'anno. Su RaiPlay solo a febbraio ha superato 105 milioni di visualizzazioni e il 40 % sono giovani under 25. Anche le persone più adulte lo stanno recuperando. Quando hai capito che qualcosa stava cambiando nel modo di percepire la serie? E secondo te quest’anno quale è stato l’elemento che ha fatto fare l’upgrade alla serie trasformandola nel fenomeno televisivo e delle piattaforme dell’anno?
“Se devo essere sincero, secondo me, le cose non sono cambiate quest’anno. Sicuramente c’è stato un incremento dovuto a vari fattori, ma è stata una crescita avvenuta nel tempo. La seconda stagione è quella che è proprio esplosa e ci si è resi conto che il progetto funzionava e che il suo pubblico di riferimento poteva essere quello delle piattaforme streaming, piuttosto che la rete televisiva. Per la terza stagione, ci siamo portati dietro tutto il pubblico di Netflix e di RaiPlay. La scelta fatta quest’anno da Raiplay di mettere anteprima le puntate di Mare Fuori 3 è stata molto intelligente seguendo il trend delle altre piattaforme. Ecco che la crescita del pubblico è stata esponenziale ma questo gran numero degli spettatori ci sarebbe stato lo stesso diluito nel tempo. Poi secondo me quello che quest’anno ha giocato tantissimo, lo dico senza vergogna, è che molti tiktoker e influencer vedendo la serie hanno fatto dei video dove hanno scherzato ma anche raccontato Mare Fuori e da lì il fenomeno si è iniziato a espandere”.
Quanto diverte vedere Fiorello fare la parodia di Mare Fuori su Viva Rai 2?
“(Ride ndr) Tantissimo! Quando ti imita Fiorello, vuol dire che stai crescendo tanto...”
Carmine Di Salvo in questa stagione attraversa il perdono e fa del suo meglio per cambiare e fare le cose giuste in nome dell’amicizia, della paternità e di nuovo per amore. Ne fa i suoi principi. Per te invece quali sono i principi su cui ti fondi in questa fase della tua vita?
“Lavoro sodo. Ho i piedi per terra e ricomincio ogni giorno da zero. Uno dei principi che mi accompagna nella mia professione, da circa tre anni, è chiedermi a chi dedico il lavoro fatto oggi. Ciò, mi permette di trovare energia anche quando è veramente difficile, mi permette di stare concentrato nonostante attorno a me ci sia attorno a me, purtroppo e per fortuna, questo tornado”.
Dopo storie come Piano, piano e Mare fuori, far parte della dimensione gioiosa e fantasiosa di Uonderbo i s la nuova serie di Disney+ che state girando a Napoli deve essere è una bella vacanza in cui hai l’opportunità di esplorare e giocare con i generi.
“Ti posso confessare? Uonderbois è tra i set più difficili che ho affrontato fino adesso (ride ndr). Quando vedrai la serie te ne renderai conto. Sono set complicati. Il personaggio che interpreto è molto difficile. Ora siamo alle ultime battute ed è tutto in discesa, ma c’è stata una fase un po' critica nella fase centrale, perché è un personaggio tosto, inusuale, ho preso dei riferimenti, alcuni, sembreranno molto chiari, altri meno visto che per questo particolarissimo ruolo che interpreto mancano esempi nel genere urban fantasy. Anche il set di Uonderbois mi ha insegnato un botto di cose, aggiungono tanti tasselli all’esperienza e alla mia formazione”.