Che significa "Maruzzella", il titolo della famosa canzone di Carosone?
Nel testo scritto da Enzo Bonagura è il diminutivo di Marisa, ma nel dialetto napoletano il termine assume significati diversi
Chi non ha mai sentito nominare “Maruzzella”, la famosa canzone d’amore napoletana, scritta nel 1954 da Enzo Bonagura e composta da Renato Carosone. Il titolo è il diminutivo del nome Marisa, ma nel dialetto napoletano può assumere diversi significati. Ad illustrarceli è il libro “Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani” (commentati da Raffaele Bracale e a cura di Amedeo Colella).
In napoletano il termine “maruzzella” è innanzitutto il diminutivo del sostantivo femminile “maruzza” cioè lumaca, chiocciola. “Maruzza” proviene dal lat. medioevale “marucea”, che è da un tardo maruca e il suo diminutivo maruzzella indica, in primis - come detto - la lumachina di mare e, solo per traslato, indica (con riferimento alla sua forma spirale arrotolata a mò di chiocciola) una ciocca di capelli che avvolta su di un bigodino cilindrico assume la forma di un ricciolo a stretta spirale. Infine, per estensione del traslato con il termine “maruzzella” nell’idioma napoletano si indica una ragazza simpatica e vivace con la capigliatura pettinata a riccioli. E fu a questa estensione di significato che Enzo Bonagura fece riferimento parlando della ragazza protagonista della canzone “Maruzzella” (con ogni probabilità originaria di Capri o Positano, località ispiratrici del poeta).