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Cultura

Sapete perché si dice “Cu ‘na mano ‘nnanze e n’ata areto”?

L’espressione viene utilizzata nei confronti di chi, rimasto senza nulla, si allontana coprendosi con le mani le vergogne

Perchè si dice “Cu ‘na mano ‘nnanze e n’ata areto”? A spiegarcelo è il libro "Come se penza a NNapule. 2500 modi di dire napoletani", commentati da Raffaele Bracale e a cura di Amedeo Colella.

Letteralmente significa “Con una mano davanti e l’altra di dietro”. Così si dice di chi - perduta ogni sostanza e ridotto praticamente nudo - si allontani coprendosi le nudità con le due mani. Anticamente la cosa non era figurata, ma concreta e reale. A Napoli esisteva alle porte del Tribunale una piccola colonnina dove andavano a poggiare per tre volte le nude natiche tutti i falliti che - subìto un tracollo finanziario e non potendo pagare i loro debiti - si assoggettavano a cedere i beni (immobili) facevano cioè lo zitabbòna (in latino cedo bona = svendo i beni), e per dimostrare che non avevano più nulla si allontanavano dalla colonnina coprendosi con le mani le vergogne. Una simile operazione la si compiva anche altrove. A Firenze, ad esempio, si usava un cuscino di pietra su cui i falliti andavano a poggiare il nudo sedere prima di correr via con una mano davanti e una dietro.

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