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Maldestro a Sanremo 2017: "La mia canzone è un inno alla vita"

Nato a Scampia,è figlio di Tommaso Prestieri, ex capoclan della camorra oggi in galera e collaboratore di giustizia

Un inno alla vita. Ecco "Canzone per Federica", il brano che Maldestro ha portato in gara, tra le Nuove Proposte, al Festival di Sanremo 2017. Nato a Scampia, Maldestro è figlio di Tommaso Prestieri, ex capoclan della camorra oggi in galera e collaboratore di giustizia.

"Canzone per Federica non era destinata all'Ariston. Piuttosto a una ragazza, un'attrice. Anche lei di un quartiere difficile di qui: la Sanità, casa di Totò. Ci siamo frequentati qualche mese, con Federica. E adesso in virtù di quello chiede i diritti d'ispirazione", ha spiegato il cantante in una lunga intervista a Vanity Fair. 

"Tutti sanno che nel posto da cui vengo io lo Stato si ferma. Ma nessuno sa che quei palazzoni sono pieni anche di persone perbene, e che ci sono le aiuole", ha raccontato Maldestro. "Per un periodo hanno messo dei carri armati a sorvegliare la zona. Come pensate si senta un bambino che si sveglia la mattina nel suo quartiere e se li ritrova davanti? Che mandassero libri e matite nelle scuole, piuttosto. E selezionassero gli insegnanti. Io venivo isolato, escluso dalle gite: per ragioni di sicurezza, dicevano. Solo uno di loro ha creduto in me: Claudio Nasti, educazione fisica alle medie di Secondigliano. È il 70% dei miei compagni di classe a essere finito in carcere. Non io".

Su suo padre: "L'avrò visto un centinaio di volte, e non succede da anni. So che è orgoglioso delle mie idee, come fossi il suo riscatto. Alla fine, credo che nella mia famiglia si siano pentiti. Spiace fossero dei talenti, e si siano sprecati tutti. I geni erano quelli di mio nonno, Antonio come me, primo produttore di Nino D'Angelo. Se non fosse morto giovane, a 36 anni d'infarto mentre faceva l'amore con una diva dell'epoca, forse la storia sarebbe andata in un modo diverso. Se ho paura? Di finire come Peppino Impastato, per esempio, sempre. Ma io non la lascio stagnarsi lì. La trasformo in coraggio. Anche quello di creare con "Bambini senza sbarre" uno spazio giallo nelle carceri per i figli di detenuti senza colpe. Sono stato piccolo anche io, così. E ricordo com'era".

Infine, sulla sua vita privata: "Non sono fidanzato. La coppia è uno stato culturale. Siamo 9 miliardi, troppi per credere alla monogamia. Le scimmie bonobo saranno meno ortodosse, ma più autentiche: dividono il cibo in dosi uguali, poi fanno l'amore tutte insieme, e poi si addormentano, e poi ricominciano. Quello è l'ideale. A una donna non chiederei fedeltà, ma lealtà. È superiore".

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