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Sabato, 23 Settembre 2023
Cultura

Malafemmena, il noir che parla napoletano

Nell'ultima opera di Gianluca Di Matola, un commissario con un passato doloroso indaga all'ombra del Vesuvio per scoprire cosa si nasconde dietro l'omicidio di una povera anziana

L'ottantenne vedova Teresa Severi è a casa da sola dopo l'ennesimo pomeriggio trascorso in compagnia delle amiche del Sacro Rosario. Dopo una cena frugale, si corica, come d'abitudine. La mattina dopo, viene trovata assassinata nel suo letto. Boris Lorenzi, ispettore della questura centrale di Napoli, si ritrova a indagare sul caso che sembra ricondurre a un rito satanico. 

E' questo lo scenario dentro il quale si muove la penna di Gianluca Di Matola, giovane scrittore napoletano che ha già ottenuto in pochi anni il Premio Scerbanenco 2016, il Premio GialloLuna Neronotte 2018, e lo Spoleto Calling 2021.  

Boris Lorenzi, l'ispettore di polizia protagonista di questo romanzo, conduce il lettore per mano tra il centro città e la provincia di Napoli. Chi non ha sangue partenopeo si ritroverà, grazie alla scrittura di Di Matola, in un tour guidato di una città dal doppio volto, ridente e al tempo stesso custode di segreti inenarrabili. Chi, invece, a Napoli è nato e vissuto potrà scoprire aspetti sconosciuti di luoghi che credeva erroneamente di conoscere.

L'autore ha una penna quasi sensoriale, non solo per le minuziose descrizioni, ma perché pagina dopo pagina i personaggi prendono corpo e voce e sembra quasi di ascoltare la loro cadenza napoletana, il loro parlare in dialetto.

La fotografia della Napoli di Di Matola non è patinata, non è un video in 4k girato con un drone. E' una visione popolare, di vicoli scuri, di case sgarrupate e incredibilmente reali. Un dedalo di strade, emozioni, segreti familiari che condurranno a un finale che vi lascerà a bocca aperta e che dovrete rileggere più volte. 

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