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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

"I Luoghi del Cuore", censimento FAI: ecco i più votati a Napoli e provincia

In classifica, nell'ottava edizione dell'iniziativa, la Chiesa di Santa Marie delle Grazie a Calvizzano e la Galleria Umberto I di Napoli

Ogni luogo racconta una storia, ma non per tutti è la stessa: ciascuno di noi aggiunge un sentimento, un ricordo, un’emozione che rende quel luogo unico e prezioso, fino a farlo diventare per sempre una parte di sé. Un luogo indimenticabile, ma che la memoria da sola non può difendere. 

Il censimento “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo è un’occasione unica per “restituire” con un gesto concreto tutto l’amore che questo luogo ci dà. E anche quest’anno, per l’ottava edizione, l’adesione degli italiani è stata eccezionale: più di un milione e mezzo di voti.

Sempre più imponente la mobilitazione, quest'anno coinvolti 1.573.032 cittadini e sono stati oltre 33.000 i luoghi oggetto di segnalazione da parte di singole persone, che hanno partecipato spontaneamente all’iniziativa, o che hanno fatto parte dei 319 comitati che si sono attivati in occasione del censimento raccogliendo le firme.

Sul podio troviamo lo straordinario Castello di Sammezzano a Reggello (FI), seguito dal Complesso di Santa Croce a Bosco Marengo (AL). Terzo posto per le Grotte del Caglieron a Fregona (TV).

Per quanto riguarda Napoli e provincia, tra i luoghi più votati ci sono la Chiesa di Santa Marie delle Grazie a Calvizzano (al 26° posto della classifica nazionale con 11.303 voti) e la Galleria Umberto I di Napoli (al 38° posto con 5.359 voti). 

"La Chiesa di Santa Marie delle Grazie fu costruita a metà del Cinquecento sulla preesistente chiesetta di Santa Maria Annunziata, di cinque secoli precedente, grazie a una raccolta di offerte operata da un’associazione di cittadini. L’edificio presenta una navata unica, sui cui lati si aprono piccole cappelle. La zona presbiteriale è sormontata da una grande cupola, attribuita allo scultore napoletano Domenico Antonio Vaccaro - attivo tra Seicento e Settecento - cui sono da attribuirsi anche gli stucchi decorativi. A causa dell’abbandono e della conseguente rovina della Chiesa di San Giacomo Apostolo Maggiore nel 1809, Santa Maria delle Grazie divenne sede della Parrocchia di San Giacomo Apostolo, cui appartiene. La chiesa continua a essere officiata e oggi la comunità l’ha segnalata al censimento per valorizzarla e farla conoscere. 

La Galleria Umberto I di Napoli venne edificata tra il 1887 e il 1890 per volere della pubblica amministrazione comunale, al fine di riqualificare un’area piuttosto malfamata della città, ossia l’antico Rione di Santa Brigida, tristemente noto per i numerosi casi di epidemia di colera a fine Ottocento. In quell’occasione, l’amministrazione non si limitò a sfoltire edifici medievali e ad ampliare strade, ma vennero effettuati importanti abbellimenti volti a rendere Napoli una città moderna. Progettata da Emanuele Rocco e Ernesto di Mauro con una struttura che richiama la Galleria Vittorio Emanuele di Milano - inaugurata dieci anni prima - è formata da quattro bracci incrociantisi al di sotto di una cupola vetrata; l’ingresso principale, il più imponente, dà su Piazza San Carlo ed è caratterizzato da una serliana con colonne in travertino e da numerose statue che impreziosiscono la facciata. L’intera galleria è decorata con raffinati motivi di ispirazione classica e allegorica, come le Stagioni, i Continenti, le Scienze e il Pantheon romano, mentre sul pavimento sotto la cupola si possono trovare mosaici raffiguranti i segni dello Zodiaco. L’ottagono centrale, che misura oltre 36 metri di larghezza, è coperto da una cupola progettata dall’ingegnere Francesco Paolo Boubée, autore di tutta la copertura che raggiungere i 57 metri di altezza. Il comitato locale segnala lo stato di degrado in cui attualmente versa la Galleria comunale, soggetta a crolli e atti vandalici; per ovviare a questa situazione e salvaguardare il bene il comitato e la cittadinanza hanno fatto votare la Galleria al censimento" spiega il FAI.

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