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Cultura

Luisa Ranieri: “La mia Lolita racconta le donne di oggi, coraggiose e meravigliosamente imperfette”

Incontro con l’attrice napoletana che con il regista e il cast presenta la seconda stagione de Le Indagini di Lolita Lobosco, in onda su da domenica su Rai1, nell’attesa di vederla nel nuovo film di Ozpetek in cui sarà irriconoscibile

“E’ una donna moderna Lolita Lobosco. Per la prima volta viene presentata una donna del Sud che pur avendo delle forti radici nella sua cultura è, allo stesso tempo, una donna proiettata in avanti, è proiettata nella sua carriera, ha fatto anche delle scelte consapevoli e non è pentita di averle fatte. Ha messo l'amore accanto a sé, non è centrale, non davanti a sé. Invece, ha messo il lavoro davanti, è centrale nella sua vita perché lei si identifica nel lavoro. Ammiro la sua determinazione, forza, il suo essere autorevole. Però è una donna imperfetta, è disfunzionale a livello sentimentale. E’ come tutte noi, nel senso che una donna di oggi che non si identifica più solo col matrimonio, i figli e un certo tipo di vita ma è una che sperimenta e fa questo percorso che non è dritto. A volte, ha le sue curve, le sue cadute, le sue impennate”. Luisa Ranieri ha queste parole per uno dei personaggi che ama di più Lolita Lo Bosco che da domenica 8 gennaio ritorna su Rai1 per la seconda stagione de Le indagini di Lolita Lobosco.

Una attrice napoletana riservata come Luisa Ranieri che interpreta il vicequestore barese tosta, sexy, esplosiva e molto spregiudicata, caratteristica che alla Ranieri piace assai ma totalmente estranea dalla sua indole.

Vivace, empatica, in carriera il suo ruolo di vicequestore la fa essere a capo di una squadra di soli uomini. In un mondo ostinatamente maschile, come quello dell’investigazione e della giustizia, Lolita sceglie di rimanere se stessa grazie anche alla sua intelligenza emotiva, che le permette non solo di affermarsi, ma anche di combattere alcuni pregiudizi ancora esistenti nei confronti delle donne al comando soprattutto se si è nel Sud Italia.

Secondo la Ranieri molte donne di oggi possono immedesimarsi in Lolita per come il suo modo di essere e le situazioni che vive: “quando l'ho interpretata già dalla prima stagione, ho pensato che fosse molto interessante raccontare anche la fragilità di una donna che si ritrova a quarantadue, quarantatré, quarantacinque anni e fa un bilancio della sua vita, dove ci sono degli incontri ma non è disposta a mettere completamente in crisi il suo sistema di vita al quale è abituata oppure lo fa fino a un certo punto”.

Le corde da commedia romantica aderente ai nostri tempi

Per dirigere le sei puntate della seconda stagione ritorna dietro la macchina da presa Luca Miniero che per questo nuovo ciclo sceglie una chiave da commedia romantica dove però gli altri generi si infilano e si mescolano così dal crime si scivola a quelle atmosfere che richiama il cinema al femminile anche perché anche se Lolita Lobosco si muove in una dimensione professionale fatta da maschi, attorno a Lolita ruotano tante donne una diversa dall’altra come la madre Nunzia interpretata da Lunetta Savino, che in questa nuova stagione si mette in gioco con il fruttivendolo Trifone (Maurizio Donadoni) rappresentando tutte quelle donne che dopo i 60 anni possono ancora innamorarsi.

Per molti addetti ai lavori, la seconda stagione di Lolita Lobosco piace, forse, anche di più della prima per le evoluzioni che hanno le storie, per i temi che saltano fuori e affrontano dove la quotidianità entra in campo con le sue difficoltà. È una serie che descrive personaggi pieni di grazia dove c'è una buona squadra di attori che provengono dal teatro che danno vita a delle story line delicate ma non banali. Un po' tutti si possono rispecchiare e riconoscere.

“Non si nasce solo per essere madri e mogli ma si nasce per vivere una vita in cui potrai scegliere anche di essere moglie e madre ma potrai anche scegliere di non farlo. In questo secondo me questo personaggio è immenso lontana dai cliché ma aderente ai nostri tempi. La conferma ce l’ho dal confronto che ho con il pubblico quando mi fermano sui social o mi scrivono sui social quello che viene fuori è che questa imperfezione la fa sentire vicino alle altre donne cioè ragazze giovanissime si identificano nel mio personaggio” racconta Luisa Ranieri.

Dove siamo rimasti

Liberamente ispirata ai libri di Gabriella Genisi e prodotta dalla Bibi Film Tv Angelo Barbagallo, la Zocotoco dell’attore Luca Zingaretti con Rai Fiction, in questa seconda stagione troviamo una Lolita più morbida e più predisposta alla vita di coppia, infatti dopo le perplessità iniziali a causa della differenza vive la relazione con il giovane giornalista Danilo Martini (Filippo Scicchitano), accettando anche di convivere con lui dopo essere esortata dalla madre e dalla sua migliore amica Mariuccia a buttarsi. “Sotto consiglio della madre si convince a fare quel passettino in più per non lasciare andare le cose. Di provarci, di avere più coraggio, di provarci fino in fondo e lei lo fa. Lo fa e viene un po' meno alle sue convinzioni, alle sue idee” dice la Ranieri.

In questa seconda stagione Lolita è alle prese con nuovi casi di omicidio che saprà risolvere con acume e creatività, anche grazie alla collaborazione preziosa dei fidi Forte (Giovanni Ludeno), che ha un’idolatria e ammirazione per lei ed Esposito (Jacopo Cullin). Parallelamente, la vicequestore cerca di tener fede alla promessa fatta a suo padre alla fine della prima stagione, ossia quella di trovare il suo assassino. Chiarito infatti che l’omicidio di Petresine è opera della malavita organizzata che agiva nel porto di Bari, rimane da scoprire chi sia stato l’esecutore materiale del delitto. L’indagine si rivela tuttavia molto complessa, anche perché qualcuno sembra avere interesse a non far avvicinare Lolita alla verità.

Se sul lavoro le difficoltà sono molte, la vita privata della nostra protagonista non è meno complessa: alla gestione del fidanzamento con un uomo molto più giovane si aggiungono le preoccupazioni per Nunzia e il suo speciale rapporto d’amicizia con Trifone.

“In questa seconda serie la vediamo un po' più fragile, ha paura anche del tempo che passa ma allo stesso tempo, se ne frega. E' l'aspetto sul mio personaggio che mi ha più stimolato quando sono ritornata sul set. E’ interessante vedere come a volte vacilla”.

Un’eroina dal tacco 12

L'idea consiste nel fare un racconto popolare che mischi commedia, noir, azione ed esalti la natura inconsueta del personaggio che Luisa Ranieri ha saputo interpretare, cucendolo sulle proprie caratteristiche di attrice. Ci entra dentro con tutte le scarpe con tacco 12, sì perché una caratteristica di Lolita è che percorre tutta Bari tra inseguimenti, indagini e guide spericolate della sua bianchina con le sue super femminili scarpe dal tacco vertiginoso.

Napoletana doc, la Ranieri ha imparato a menadito il dialetto barese, tanto che ancora oggi fuori dal le escono delle parole in barese.

Lolita è una donna ironica che guarda con un distacco sornione tutto ciò che è legato alla sua terra tratto che condivide con la sua interprete. “E’ una donna che si è staccata dal suo territorio di origine. E’ andata lontano e poi è tornata, ciò la rende una donna che guarda tutto da un altro punto di vista. Capita anche a me da napoletana. Quando torno a Napoli ho un distacco rispetto alla cultura e alla tradizione che, per certe cose mi fa, anche ironizzare sul mio essere napoletana. Secondo me, anche questo giusto distacco, con questa ironia tutta sua, contribuisce a renderla moderna” sostiene la Ranieri.

Ma oltre alla passione per le scarpe, Luisa Ranieri cosa ha in comune con la sua eroina dal tacco 12?

“Sicuramente la solarità ma anche la malinconia del personaggio mi appartengono molto. Mentre meno la spregiudicatezza di Lolita e anche la sua ‘cattiveria’, anche rispetto ai suoi colleghi. Agli uomini che le stanno intorno vuole bene, fa il sorrisino, ma mai davanti a loro. Le piace stuzzicare, essere un po' pungente. Questi aspetti sono totalmente lontani dal mio carattere, però mi piacciono molto nel mio personaggio, perché è un modo di sedurre e un modo di giocare differente”.

Lolita Lobosco è una donna che sbaglia sempre in amore per le sue scelte ma non si arrende mai. Si butta nella vita, con petto in fuori, con grandissimo coraggio. Questo modo di abbracciare la vita è, senza spoilerare, simbolicamente rappresentata in un tuffo nell’infinito mare blu. L’opinione di Luisa è molto netta a riguardo: “Bisogna darsi nella vita. Se non ti dai non vivi. Quindi sicuramente anche l'idea di Lolita di buttarsi e vedere che succede. Poi, si può anche sbagliare si può prendere una craniata però la craniata fa parte della vita. Meglio pigliare una craniata che non vivere e stare fermi”.

Un personaggio contro gli stereotipi

Attualmente impegnata sul set di Nuovo Olimpo, il nuovo film del suo grandissimo amico Ferzan Ozpetek dove l’unica cosa che si sa del suo personaggio è che sarà irriconoscibile visto che prima di girare si sottopone a sei ore di trucco, per Luisa Ranieri l’ultimo anno e mezzo è stato un sogno.

Non solo, in piena Pandemia, ha realizzato come coproduttrice Food Wizards, la serie di cartoni animati che spiega ai bimbi l’importanza del mangiare sano realizzata dalla MAD di Napoli e che lei ha anche ideato, ma Luisa Ranieri è stata scelta da Paolo Sorrentino per essere la folle zia Patrizia in E’ stata la mano di Dio, accompagnando il film fino a Los Angeles per la Notte degli Oscar.

Per lei è stata un’annata densa di emozioni uniche e soddisfacenti traguardi che ora si culmina con il ritorno de Le Indagini di Lolita Lobosco che è già un successo annunciato. Lolita è un personaggio efficace, inedito e lontano dagli stereotipi per la serialità italiana che testimonia come sia cambiata la società italiana.

“È un personaggio aspirazionale. E’come vorremmo essere? Come vorremmo diventare? Forse lo siamo già un po', visto che qualcosa è cambiato in questo Paese. Se poi vedi che qui per parlare con voi di Lolita Lobosco è seduta accanto a me una signora che è diventata la direttrice della fiction e che adesso, al di là di come la pensiamo politicamente, c'è un Presidente del Consiglio donna, balza agli occhi che qualcosa sta cambiando anche in Italia. Per cui questo personaggio quando è stato forse scritto dalla Genisi e poi portato in scena da me portava secondo me con sé questa modernità di una donna a cui molte vorrebbero somigliare” evidenzia Luisa Ranieri durante la conferenza stampa di presentazione della serie “Non se lo dicono però ci sono anche molte donne di oggi che arrivano oltre quaranta e hanno difficoltà ad avere una relazione perché hanno molto investito nel lavoro. E sono tantissime. Oppure perché trovano un maschile che non gli corrisponde e, allora, piuttosto che stare in compagnia preferiscono stare da sole. Sia chiaro, questo non vuol dire che sono tutte così perché la società è bella perché è varia. Sarà la penna di Gabriella e poi quella degli sceneggiatori ad avere cura a non farlo diventare un cliché”.

Inoltre, l’attrice aggiunge sul lavoro che hanno fatto per far emergere il lato più vulnerabile di Lolita, rendendola una figura femminile corrispondente alla realtà di oggi: “Quest'anno, abbiamo molto lavorato sulla seconda serie per farla vacillare, per farle avere dei ripensamenti, delle insicurezze, delle fragilità. Il personaggio perfetto non esiste perché l'essere umano non è perfetto e la società è prevalentemente ingiusta”.

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