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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

Ecco perché tutti guardano La vita bugiarda degli adulti

Appena arrivati su Netflix i sei episodi della miniserie tratta dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante ed è già in vetta tra le produzioni più viste. Protagonisti di questa storia ambientata nella Napoli degli anni '90 Valeria Golino, Alessandro Preziosi, Pina Turco e l'esordiente Giordana Marengo

Nell’ultima settimana quando si aprono le home di Facebook e Instagram compare una foto de La Vita Bugiarda degli adulti, la nuova serie in sei episodi tratta da un romanzo di Elena Ferrante visibile su Netflix che l’ha anche coprodotta con Fandango e diretta da Edoardo De Angelis.

Il mondo crudo della Ferrante visto da un’adolescente

Dopo L’Amica Geniale tutti sono incuriositi di questo nuovo adattamento della Ferrante dove si trova la solita rudezza che non manca mai nelle sue pagine, forse anche per questo è tutto un brusio e un passaparola sui social. Tutti vogliamo scoprire chi è Giovanna Trada, la nuova eroina e antieroina ferrantiana. Siamo sempre a Napoli, ma lontani dal Rione Luzzati negli anni ‘50/60 in cui Lenù e Lila hanno vissuto la loro infanzia e adolescenza. Giovanna è un’adolescente degli anni ‘90 che vive con i suoi genitori colti e sofisticati al Vomero, la zona bene della città.

A interpretare Giovanna è l’esordiente Giordana Marengo, che con quegli occhi chiari enormi buca lo schermo, tanto non c’è da dubitare che sentiremo parlare di lei perché se non fa cinema un volto come il suo ci sarebbe da farsi qualche domanda. Capello corto, volto espressivo gestualità acerbe degli adolescenti e un look grunge, Giovanna adora i romanzi, è sveglia, intelligente, sensibile, però ha dei picchi di aggressività che rivolge ai maschi che in modo volgare si rivolgono a lei per le sue grazie procaci e ai genitori accademici, tanto da andare male a scuola e farsi bocciare per far loro dispetto. Ha dei modi di fare selvaggi che ricordano sua zia Vittoria, la reietta della famiglia che vive a Poggioreale, nella Napoli bassa. Vittoria è la sorella di Andrea, il papà di Giovanna, da anni non si vedono. Il fratello la detesta, come dice Vittoria ‘l’ha scancellata dalla sua vita perché è meglio di lui’. Per Andrea quella sorella che fa la serva e ha appena la licenza media è brutta, tanto che quando disapprova la condotta della figlia Giovanna, di nascosto arriva a dire alla moglie Nella : ‘Giovanna sta facendo la stessa faccia di mia sorella’.

Proprio questa frase ascoltata furtivamente, fa scattare una molla in Giovanna e decide di conoscere la zia di vedere se è brutta come lei.

Questo incontro scardina la finta serenità in cui credeva di vivere. Inizia a disprezzare i genitori,, a limite dell’odio quando capisce che tutto quel mondo ovattato, edulcorato di quella casa di via San Giacomo dei Capri è solo una matassa di bugie messe in piedi dal mellifluo padre Andrea, un manipolatore arrivista che ha rifiutato le su umili origini facendo azioni ai danni di Vittoria.

Il brusco passaggio di Giovanna dalla felice infanzia all’adolescenza, la spinge a cercare una nuova identità, a scoprire sé stessa, capire chi vuole essere, chi vuole diventare. Lo fa attraverso sua zia Vittoria e il mondo del suo rione che non sono così brutti, sporchi e cattivi come le sono stati descritti. In questa ricerca, Napoli diventa essenziale perché Giovanna oscilla tra due volti della città consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale. Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.

La Napoli alta e la Napoli bassa

Uno dei temi più interessanti della miniserie diretta da Edoardo De Angelis è proprio la contrapposizione sociale tra i reietti della periferia e gli eletti del centro, insieme a quelle ipocrisie e a quelle frasi non dette che alimentano due anime della stessa città che non solo non si incontrano, ma non hanno alcuna voglia di ascoltarsi e di capirsi. L’adolescenza della giovane Giovanna (chiamata Giannina dalla zia Vittoria) diventa il pretesto per abbozzare il ritratto di una società feroce e di una famiglia piegata all’amara legge dell’apparenza, dilaniata da segreti e violenze.

La Napoli alta del Vomero e di Posillipo rappresenta la costruzione delle bugie messe in piedi dagli adulti in un mondo fatto solo di apparenze perché sembrano contare solo quelle, si scontra in malo modo con quella bassa di Poggioreale (la Ferrante nel romanzo chiama Pascone), dei centri sociali della periferia dove c’è più autenticità ma dove, in fondo, anche lì ci sono mistificazioni del reale, perché,  gli adulti ci sono anche lì e creano, a loro modo, ossimori nei comportamenti e nelle scelte perché, ovunque si provenga, è inevitabile che ci siano le bugie.

De Angelis si trova a proprio agio nell’entrare nell’universo crudo di Elena Ferrante. Come ha fatto in alcuni dei suoi film precedenti come Indivisibili o Il vizio della speranza è abituato raccontare la Napoli degli emarginati in modo duro, senza fare sconti.

Ogni inquadratura, ogni nota musicale della colonna sonora di Enzo Avitabile, vogliono, a loro modo, essere disturbanti perché vogliono colpire allo stomaco con tanto di bruciore e sudore freddo. In questo trova armonia con il racconto di Elena Ferrante. Con i suoi movimenti di macchina De Angelis non si risparmia e apre Napoli con precisione chirurgica come se ne facesse un’autopsia. Mette in scena con forza visiva la storia di una ragazza che, disorientata, spaventata, arrabbiata, non vive soltanto una crisi di crescita ma una crisi dentro lo sfarinarsi di due grandi ideologie.

“Nel vortice melmoso di adulti ossessionati dall'auto rappresentazione di se stessi come giusti, onesti, sinceri, Giovanna scopre che la vita è sporca, puzza e certe volte è pure brutta. Scopre che la sola verità possibile sta nella bellezza di una bugia piena di desiderio e che ‘l’amore può anche essere opaco, come le finestre dei cessi’ come direbbe zia Vittoria” spiega il regista Edoardo De Angelis attualmente impegnato nelle riprese del suo ultimo film, Il Commandante con Pierfrancesco Favino.

Cast e personaggi

“Elena Ferrante gioca con il paradosso della realtà sistematicamente ribaltata o aberrata seguendo la sola regola del proprio interesse. Nel continuo rispecchiamento di un personaggio nell'altro, ognuno scopre che la verità è una parola che più la apri più rivela la sua natura bugiarda” è questo il pensiero di Edoardo De Angelis sui personaggi de La Vita Bugiarda degli adulti.

La miniserie adattata dallo stesso De Angelis insieme a Elena Ferrante, Francesco Piccolo e Laura Paolucci (per intenderci, gli stessi de L’Amica Geniale) resta fedele nel riproporre i personaggi nelle loro miserie, contraddizioni e storture, dove tutti sembrano affogare e a stento riescono a raggiungere la deriva. Anche Giannina a un certo punto sembra guastarsi, iniziando a dire le bugie degli adulti, a usare il suo corpo per ribellione e sfregio a ciò che capita alla sua famiglia quando zia Vittoria decide di vendicarsi rivelando a Nella il tradimento del fratello con Costanza la moglie altolocata del loro caro amico di famiglia, Mariano.

Qui solo una persona sembra essere pulita, coerente e autentica, Ida (Azzurra Mennella) la figlia più piccola di Mariano e Costanza. Ha 14 anni ma sembra averne 60 per la maturità che ha. Osserva tutto e capisce tutto e tutti. Anche lei è ribelle con i genitori ed è promettente come scrittrice e come Giovanna ha un rapporto conflittuale con i ragazzi, vivendo quella verginità, come un peso, un pensiero da togliersi per ripartire da zero.

Per dare vita a questi personaggi è stato scelto un cast di attori in linea con le caratteristiche umane e, anche, disumane degli uomini e donne ferrantiani.

Al contrario de L’amica geniale che ha puntato su un cast di attori sconosciuti al pubblico, per La Vita Bugiarda degli adulti, esclusi gran parte dei giovani, sono stati scelti attori noti.

A dare corpo, voce e anima a zia Vittoria è Valeria Golino. La sua interpretazione è poesia. Appena apre la porta a Giovanna, scopriamo che non è brutta come la descrive il fratello Andrea. Vittoria è selvaggia, sboccata, sfacciata, insofferente e ironica, scostante ma a suo modo amorevole. È una fumatrice appassionata, si trucca molto, indossa vestiti fasciatissimi e sgargianti. Vittoria - cattolica praticante, licenza media, donna di servizio - ha un amore tragico nel suo passato, il suo unico grande amore, Enzo. Nella famiglia di Giovanna, la zia è una figura sfocata, un rettangolino precisissimo a cancellare il volto su una vecchia fotografia, un essere misterioso e stregonesco che porta scompiglio, che in casa non può essere nominato e che per questo accende la fantasia della nipote. Vittoria ama Giovanna, ma le due hanno un rapporto conflittuale, benché hanno la stessa energia, la stessa sfacciataggine.

Ci sono poi Andrea e Nella, entrambi docenti ed entrambi ipocriti, desiderosi dell’approvazione degli altri per poter esistere. A dare volto ad Andrea è Alessandro Preziosi. Perfetto nei panni di Andrea, così insopportabile che si vorrebbe prenderlo a schiaffi via via che la storia procede. Capelli impomatati, elegante vestire, sigaro e finto comunista che scrive pezzi su L’Unità di Napoli. All’apparenza, potrebbe sembrare un uomo gentile, allegro, un marito innamorato, un amico fedele, un padre affettuoso, e forse lo è stato, ma da quando Vittoria ha consigliato a Giovanna di guardare attentamente i suoi genitori, “perché altrimenti non ti salvi”, si è accorta di chi è veramente: un bugiardo patentato, un traditore. Andrea è un uomo che non ti guarda mai negli occhi, capace di scatti d’ira improvvisi, che, a differenza di Roberto, il teologo di cui Giordana si invaghisce, si vergogna della miseria del Pascone in cui è cresciuto. È forse per questo che ha troncato ogni rapporto con Vittoria, perché gli ricorda da dove viene. Ma anche il Vomero a lui sta stretto, tanto che alla prima occasione non esita a lasciare la figlia e la moglie Nella per trasferirsi nella villa di Posillipo della sua storica amante.

A interpretare Nella c’è Pina Turco. Con grazia veste le contraddizioni di questa donna vulnerabile, facilmente plasmabile dal marito Andrea. Anche lei, come il marito, è una rispettata insegnante che arrotonda traducendo romanzi stranieri. Andrea è la sua luce, ama la sua intelligenza, la sua cultura, il coraggio che gli ha permesso di emanciparsi dalla miseria del quartiere in cui è cresciuto. Nella è una madre attenta e comprensiva, che però non riesce più a comprendere la figlia, la sua ossessione per Vittoria, che per lei è un mostro bugiardo e invidioso, che ha fatto di tutto per ostacolare l’ascesa del marito.

E poi c’è la brava Giordana Marengo, pazzesca nel ruolo di Giannina che è alla ricerca della sua identità. Stesso volto espressivo di Valeria Golino, potrebbe davvero essere sua parente. La Marengo è la scommessa di De Angelis e di Fandango.

E’ cresciuta nel mondo di sopra della Napoli bene, sta diventando brutta e cattiva come l’innominabile zia con cui la famiglia Trada non parla da anni.

Giovanna è una ragazzina che sta diventando donna, sta cambiando, lo sente. Si muove al ritmo di break dance e di Nun te scurdà degli Almamegretta in quella Napoli degli anni ‘90, ma non le basta per essere completa, avverte che le manca un pezzo di sé. E’ arrabbiata, in guerra aperta con quegli adulti che scopre essere capaci solo di dire bugie anche se vogliono svelare la verità. È per ritrovarsi, per capire che faccia abbia veramente, che convince il padre a farle visitare la zia. L’incontro con Vittoria, che le somiglia tantissimo e nella quale non può fare a meno di rispecchiarsi, le apre gli occhi: scoprirà inconfessabili segreti sui suoi genitori e il loro passato, imparerà a mentire come gli adulti, a parlare come la zia, e come Vittoria ad aprirsi all’amore e al sesso, fino a poi partire e continuare la sua crescita lasciandosi la famiglia e Napoli alle spalle.

I sei episodi su Netflix

Come d’abitudine della piattaforma olandese, dal 4 gennaio è possibile vedere tutti i sei episodi di fila della mini serie La Vita Bugiarda degli adulti. Parte lenta e poi rapisce, con un’ultima puntata che fa venire voglia di guardarne subito un’altra perché la storia non può finire così, infatti, c’è già qualcuno che chiede una seconda stagione benché sia una miniserie che abbia una sua apparente chiusura.

Ha già qualche suo detrattore ma, di fatto, tutti la stanno vedendo ed è in vetta alla classifica di Netflix e già sta dividendo il pubblico. Che piaccia o faccia storcere il naso, di fatto La Vita Bugiarda degli adulti segna e, difficilmente si può dimenticare.

La vita bugiarda degli adulti già è pronta per intraprendere anche il suo cammino all’estero: su Time Square imperano gli occhi verde mare di Giordana Marengo e Valeria Golino che sono i volti scelti per il poster della serie.

Fiera di questo risultato la casa di produzione Fandango che ancora una volta ha scelto di investire su Elena Ferrante dopo il successo globale de L’Amica Geniale: “È con grande piacere che siamo tornati a lavorare su un romanzo di Elena Ferrante, autrice straordinaria con cui collaboriamo da tempo.

La vita bugiarda degli adulti è stata l’occasione per collaborare per la prima volta con Edoardo De Angelis, regista sensibile e di grande talento. Edoardo racconta la “sua” Napoli aprendo smagliature profonde nella realtà che circonda la protagonista, Giordana Marengo, attrice esordiente che siamo certi avrà davanti a sé un futuro radioso”

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