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Federico Buffa torna a Napoli con "Il rigore che non c'era": "Questa è una città-stato"

Lo storyteller più amato d'Italia al Palapartenope con il suo nuovo spettacolo teatrale. L'intervista a NapoliToday

Dopo aver incantato nel giugno 2016 il San Carlo con “Le Olimpiadi del 1936”, Federico Buffa torna a Napoli con il suo nuovo spettacolo teatrale “Il rigore che non c’era”.

L’appuntamento con lo storyteller più amato d’Italia è fissato per martedì 5 marzo (ore 21,00) al Teatro Palapartenope. Lo show, che sta facendo registrare il tutto esaurito nei teatri italiani, è prodotto da International Music and Arts, su testo scritto a quattro mani da Buffa con Marco Caronna.

In scena, insieme a Buffa, ci sono anche Jvonne Giò, Marco Caronna, che è anche regista dello spettacolo, ed il pianista Alessandro Nidi.

Ai microfoni di NapoliToday, Federico Buffa ha parlato de “Il rigore che non c’era” e di molto altro: “Lo spettacolo - esordisce - è tratto da una storia raccontata dallo scrittore Osvaldo Soriano. Una partita di calcio tra due squadre argentine, l'Estrella Polar ed il Deportivo Belgrano, che dura praticamente una settimana, sospesa e poi ripresa la domenica successiva. Il regista Marco Caronna è stato molto bravo ad ambientare il tutto in un luogo non ben definito. Io sul palco interpreto me stesso, ma quasi non capisco dove mi trovo. Il racconto è basato sulla realtà controfattuale, sulle cosiddette 'sliding doors', sul 'cosa sarebbe successo se'. Io farò due monologhi sul Perù e sulla Luna. Questa volta, però, saremo in quattro in scena ed interagirò con gli altri".

MARADONA

I racconti di Federico Buffa sul calcio sono diventati un 'cult' in Italia. Il protagonista del primo di una lunga serie fu, neanche a dirlo, Diego Armando Maradona: "L'idea nacque quasi per caso con l'attuale direttore responsabile di Sky Sport Federico Ferri - racconta Buffa a NapoliToday - . Io avevo fatto qualche speciale sul basket e per il primo sul calcio scelsi Maradona. Ero sempre stato attratto dalla sua storia, la sua infanzia. Maradona era un giocatore unico, particolare. Ricordo che girammo alle 9 del mattino. Scorrevano queste immagini in bianco e nero dell'Argentina di quegli anni, lui da bambino che palleggiava e diceva di voler diventare un giorno Campione del Mondo". Sul dualismo eterno tra il 'Pibe de Oro' ed un'altra leggenda del calcio, Pelè, Buffa dice: "Riporto quello che mi ripeteva sempre il telecronista dell'Argentina e del Boca Juniors, che però era di parte. La bilancia pende sempre per Maradona, perchè ha giocato in Europa. Pelè no. Lui non avrebbe potuto. Pelè era patrimonio della nazione brasiliana".

IL TEATRO A NAPOLI

Nel giugno del 2016, con "Le Olimpiadi del 1936", Buffa incantò letteralmente il pubblico del Teatro San Carlo di Napoli, che gli tributò una lunghissima standing ovation al termine dello spettacolo in entrambe le serate: "Non avrei mai pensato di avere a disposizione un palcoscenico del genere, uno spazio così. Un posto quasi irreale. Ero abituato a teatri di altro genere e dimensioni e quando arrivai al San Carlo, mentre mi recavo in camerino, il tragitto mi sembrava lunghissimo, quasi una visita guidata. Ho provato davvero una grande emozione nel vedere tanta gente che, nonostante l'orario, è rimasta lì ad ascoltarmi per due ore e mezza. Cosa fosse il teatro a Napoli, però, lo avevo capito sin da ragazzino. Quando avevo circa 14 anni, infatti, mio padre mi portò in treno al Teatro Sannazaro, che da quel momento porto sempre nel cuore, per assistere alla rappresentazione di una commedia di Pietro De Vico dal titolo 'Il morto sta bene in salute'. Credo di non aver mai riso tanto in vita mia come in quell'occasione. Mi guardai intorno e capii che il teatro a Napoli era un'altra cosa. C'era una partecipazione completamente diversa rispetto a Milano". 

"NAPOLI CITTA'-STATO"

In numerose occasioni, Buffa ha sempre espresso parole di grande apprezzamento ed affetto per Napoli: "E' una città-stato, che non ha niente a che spartire con il resto d'Italia. E' una vera e propria capitale, ha delle connotazioni uniche, è riconoscibile in tutto il mondo per la sua canzone, la sua lingua, la sua cultura. E' una città che ha una dimensione diversa, dalla quale sono sempre stato attratto in modo magnetico. Qualche napoletano mi ha detto che forse è così per chi non ci vive quotidianamente. Sarà anche una città che ha i suoi problemi, ma Napoli su di me ha sempre esercitato grande fascino, una magia unica. Sono sempre molto felice di tornarci", conclude. 

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