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Elio: “Porto a Napoli il milanese di Jannacci, antico e bello come il napoletano di Pino Daniele”

Video intervista all’ex leader delle Storie Tese che porta al Cilea Ci vuole Orecchio, racconto in musica su Enzo Jannacci

“Fare uno spettacolo che racconta Enzo Jannacci è come dedicare qualcosa a qualcuno che vuoi bene. Io voglio bene a Jannacci. Lo amo perché in lui il senso del tragico e del comico coesistono” dice Elio che dopo le Storie Tese ritorna con una band formata da 5 musicisti per immergere gli spettatori nella galassia di Enzo Jannacci con lo spettacolo Ci Vuole Orecchio che dal 2 al 4 dicembre sarà al Teatro Cilea.

E’ la seconda tappa napoletana per Ci vuole orecchio dopo essere stato accolto molto bene quest’estate al Campania Teatro Festival Italia.

Un po’ circo un po’ teatro canzone è uno spettacolo strutturato appositamente per Elio , filosofo assurdista e performer eccentrico, che da saltimbanco, come ama definirsi, fa surf sul repertorio dell’amato Jannacci, nume tutelare e padre putativo di quella parte della storica canzone d’autore che mai si è vergognata delle gioie della lingua e del pensiero o dello sberleffo libertario, e che considera il comico, anche in musica, non come un ingrediente ciecamente spensierato ma piuttosto un potente strumento dello spirito di negazione, del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo.

Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione che ha curato anche la regia, troveremo Elio che, insieme ai suoi stravaganti compagni di viaggio, si confronta con il repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Umberto Eco a Dario Fo, da Francesco Piccolo a Marco Presta, a Michele Serra. Uno spettacolo giocoso e profondo all’insegna del motto che “chi non ride non è una persona seria”.

Perché uno spettacolo su Jannacci

Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente. 

Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.

Nonostante fosse un grande autore e avesse collaborato con artisti del livello di Giorgio Gaber e il premio Nobel Dario Fo, Jannacci è tra i musicisti che ha ricevuto ‘meno’ onori e gloria rispetto a cantautori come Lucio Dallo o Fabrizio De André. Ecco, che anche su questa spinta diventa fondamentale uno spettacolo che fiondi nelle sue note raccontandolo così, facendolo scoprire anche ai ragazzi.

“E’ coinvolgente e funziona anche al Centro e al Sud: avevo paura che la sua cifra molto milanese risultasse ostica, invece no. Credo che Jannacci non sia mai stato ascoltato con attenzione: faceva ridere e questo rendeva meno evidente la forza dei contenuti” dichiara Elio “La mia idea è quella di generare una sana reazione del pubblico, che per me in uno spettacolo non può restare passivo: per quello si sta sul divano di casa. È quello che facevano anche i futuristi, non ho inventato niente. Lo spettacolo è stato pensato dal regista Giorgio Gallione, al quale avevo chiesto con insistenza di immaginarlo. Lo avevo già fatto con Gaber, ma Jannacci non ha lasciato un testo scritto e Gallione ha pensato a selezionare le canzoni più rappresentative".

Lina Wertmuller, ponte artistico tra Jannacci ed Elio

Elio ed Enzo Jannacci sono collegati artisticamente parlando da una napoletana d’adozione, la regista Lina Wertmüller.

Entrambi hanno avuto delle esperienze come attori con la regista che li ha scelti come interpreti: a Jannacci l’ha voluto nel film Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada girato nel 1983, mentre a Elio l’ha fatto debuttare in teatro come protagonista dell’adattamento del suo Storia d'amore e d'anarchia, nel ruolo che è stato di Giancarlo Giannini.

“Lina ha sempre avuto una passione per i non attori. Con me ha fatto un autentico pressing perché non ero assolutamente convinto che io fossi in grado di recitare. Come attore mi sento come un pesce fuor d'acqua, ma visto che mi chiamano per la terza volta, mi sono auto convinto che ce la faccio. Lei ci aveva visto giusto. Io ero adatto in quel ruolo da imbranato. Se fosse ancora viva forse continuerei ancora anche come attore. Magari, con la persona giusta e con un buon copione, Perché no? Non escludo di recitare ancora".

Video intervista a:

Elio

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