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Straordinaria scoperta nel parco archeologico di Cuma: una tomba del II secolo a.C.

I ricercatori Priscilla Munzi e Jean Pierre Brun, al lavoro dal 2001 per portare alla luce l'antica necropoli, hanno individuato la tomba con eccezionali decorazioni. "Un altro passo nel progresso scientifico del parco", spiega il direttore Giulierini

È dal 2001 che, ai piedi della rocca sulla quale si erge l’acropoli dell’antica città di Cuma, Priscilla Munzi, ricercatrice del Centre Jean Bérard (CNRS - École française de Rome) e Jean-Pierre Brun, professore del Collège de France, lavorano con la loro équipe per riportare alla luce l’antica necropoli cumana. Oggi hanno deciso di svelare la loro ultima scoperta: una tomba dipinta datata al II secolo a.C., eccezionalmente conservata e le cui pitture immortalano una scena di banchetto. 

Due volte più grande di Pompei, la città di Cuma è situata a 25 Km a ovest della città di Napoli, sulla costa tirrenica di fronte all’isola di Ischia e all’interno dell’attuale Parco archeologico dei Campi Flegrei. Le fonti storiche la considerano come la più antica colonia greca d’Occidente, fondata da greci provenienti dall’Eubea intorno alla metà dell’VIII secolo a.C.

"Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei sostiene in forma sistematica la ricerca, con particolare riguardo a quella internazionale", ha commentato il direttore del PaFleg, Paolo Giulierini. "La scoperta, che arricchirà il museo e il Parco, è in primo luogo fonte di grande progresso scientifico e storico". Da diversi anni gli archeologi francesi conducono le loro ricerche nella zona situata immediatamente al di fuori di una delle porte principali delle fortificazioni settentrionali, dove, nel corso dei secoli, si è sviluppata una grande necropoli pluristratificata.

Nel mese di giugno di quest’anno i ricercatori francesi hanno riportato alla luce una nuova tomba riferibile alla stessa tipologia architettonica, ma dall’eccezionale decorazione figurata: sulla lunetta in corrispondenza dell’ingresso della camera funeraria, sono ancora visibili, infatti, una figura maschile nuda stante che sorregge nella mano destra una brocca in argento (oinochoe) e nella sinistra un calice; ai lati del personaggio, sono rappresentati un tavolino (trapeza) e alcuni vasi di grandi dimensioni tra i quali un cratere a calice su supporto, una situla e un’anfora su treppiede.

FOTO 2 Dettaglio delle pitture conservate sulla porzione destra della parete d’ingresso © E. Lupoli, Jean Bérard Centre (CNRS_École française de Rome)-2

Purtroppo la tomba è stata più volte visitata e pochi sono gli elementi dei corredi recuperati, anche se sufficienti a confermarne la datazione. I temi rappresentati sulle pareti della tomba, poco consueti per questo periodo cronologico, offrono nuovi e importanti spunti di riflessione per delineare e ricostruire l’evoluzione artistica della pittura parietale cumana.

 

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