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Cultura Avvocata / Piazzetta Nilo

La Statua del Dio Nilo, porta di ingresso nel cuore di Spaccanapoli

Più conosciuta come "Corpo di Napoli", la scultura del II secolo testimonia i rapporti con l'antico Egitto

Furono gli interventi di restauro eseguiti tra il XVII e il XIX secolo a svelare la vera natura della statua: nel 1657 Bartolomeo Mori integrò la statua - posta da quel momento su un blocco di marmo poggiato su un basamento in piperno e travertino - con la testa del dio barbuto, aggiunse al braccio destro la cornucopia, la testa di un coccodrillo all'altezza dei piedi e quella di una sfinge sotto il braccio sinistro, oltre che alcuni puttini. Ad oggi, dunque, le uniche parti dell'originale del II-III secolo sono il busto, gli arti inferiori velati, il braccio sinistro e la relativa spalla del dio, le onde su cui si distende, il coccodrillo e la sfinge (teste escluse).

La posizione della statua, all'ingresso di via San Biagio dei Librai - il cuore di Spaccanapoli, la cui totalità si estende da piazza del Gesù Nuovo fino a via Giudecca Vecchia, a Forcella - sembra andare di pari passo con il suo "soprannome": una sorta di porta di accesso al cuore pulsante della città. La comunità di mercanti egiziani che fece erigere la statua, invece, viveva lungo un proprio "cardo" chiamato “Vicus Alexandrinus”, che corrisponde all'attuale Via Nilo.

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